Viaggio tra i rifuti abbandonati nelle campagne delle periferie di Isernia, Miranda e Pesche. Nel mirino l’inciviltà dei cittadini. GUARDA LA FOTOGALLERY
di Vincenzo Cimino
ISERNIA. Protestiamo per la sicurezza nelle scuole, per l’amianto e l’igiene negli enti, stazioni, ferrovie e diurni, ci lamentiamo per la differenziata, la salubrità dei corsi d’acqua, le trivelle e la plastica nei mari, siamo scesi in campo per manifestare: dal buco nell’ozono, all’inquinamento atmosferico, polveri sottili e uranio impoverito, chiedendo di intervenire finanche su quei padroni di cani e gatti che passeggiano senza paletta sporcando strade e marciapiedi.
O non siamo quelli che ci lamentiamo persino, e a ragione, dello sfalcio dell’erba sui bordi delle strade? Siamo così bravi dal pretendere il meglio dallo Stato, ma poi sotto sotto non guardiamo ai nostri comportamenti. “Tanto non mi vede nessuno”, “così fan tutti” e “ci pensa la nettezza urbana”, “devo arrivare fino all’isola ecologica!!”, “tanto che fa”, sono frasi comuni a tanti che dovrebbero farsi un esame di coscienza, prima di giudicare gli altri. Ce ne accorgiamo quando andiamo in Svizzera, Austria, Germania e Francia: lì sono più seri, mettono le multe finanche per le cicche di sigarette.
Allora facciamo finta di essere in un bosco dell’Alsazia, sul Brennero, dove sarebbe bello camminare, fare trekking, jogging, magari trovare una panchina sana, un cestino e un lampione funzionante, e non alle “Piane” di Isernia, Miranda e Pesche. Non entro sul manto stradale e sui bossoli a terra, ma sono certo che la civiltà inizi da ognuno di noi. A questo giornale, il coraggio, l’obbligo e il monito della denuncia, ai lettori la speranza di un futuro più “pulito”. Un appello lo lancio al servizio veterinario: smaltite almeno una carcassa di pastore tedesco che emana un odore nauseabondo nei pressi di una vigna recintata nel territorio di Miranda…proprio sotto il cartello stradale.
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