Casi in aumento nel Belpaese. La campagna di immunizzazione sembra funzionare ma le istituzioni evidenziano l’importanza della seconda dose


ROMA. Impennata di casi di variante Delta e Kappa (sottotipo della prima) di Covid 19 in Italia: si è passati da una percentuale del 4,2 del mese di maggio a una del 16,8 del mese di giugno in corso.
Tuttavia, la variante più diffusa resta quella cosiddetta Alfa al 74,92%. Sono i primi dati emersi dal monitoraggio ‘Sistema di Sorveglianza Integrata Covid-19’ dell’Istituto superiore di sanità, in attesa della flash survey.

Situazione che accresce lo stato d’allerta, specie ora che – come annunciato dal Ministro della salute Roberto Speranza, tutta l’Italia è diventata ‘zona bianca’.
Dal Cts arrivano le parole del coordinatore Franco Locatelli che evidenzia come “la variante Delta può provocare patologie nei soggetti non vaccinati o che hanno ricevuto una sola dose di vaccino”. Parole cui fa eco la direttrice esecutiva dell’Ema, Emer Cooke, la quale avverte: “La variante Delta sarà sempre più importante”, in termini di diffusione in Europa. E precisa: “I vaccini stanno funzionando anche contro la variante Delta, ma dobbiamo essere certi che si faccia anche la seconda dose”.

Intanto in Emilia Romagna è stato avviato il famigerato sequenziamento su tutti i nuovi casi positivi di coronavirus, utile a individuare eventuali varianti presenti nella Regione. Prassi da estendere a tutti i territori.

 

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