L’annuncio dello studio legale Raimondo che ha curato gli interessi di numerosi risparmiatori molisani e abruzzesi


CAMPOBASSO. Continua la battaglia contro Poste Italiane di numerosi risparmiatori, molisani e abruzzesi, determinati a vedersi riconosciuti per i propri buoni fruttiferi trentennali cifre congrue e adeguate alle aspettative, rispetto invece alle proposte di liquidazione avanzate dall’azienda.

Ed ecco che, in tal senso, prosegue l’attività dello studio legale Raimondo, che ha ottenuto importanti risultati. Nelle ultime settimane, infatti, facendo seguito ad una serie di ricorsi intentati nei confronti di Poste, numerosi sottoscrittori di buoni si sono visti sancire dall’Arbitrato Bancario e Finanziario il diritto a ricevere una cifra nettamente più alta rispetto a quella che l’ente postale avrebbe voluto pagare. La discrepanza – spiega l’avvocato – è dovuta, tra le altre cose, alla diversa metodologia con cui Poste Italiane calcola l’ultima decade, ossia il periodo che garantisce gli interessi maggiori secondo la dicitura in Lire che, sul retro del buono, consente di ricevere un importo fisso per ogni bimestre nell’ultimo decennio.

I recuperi per ogni ricorso dipendono dal taglio del BFP e variano da poche migliaia fino a decine di migliaia di euro, per una somma che complessivamente ad oggi supera le 300mila euro.

Gli unici buoni effettivamente reclamabili sono quelli emessi dopo il 13 giugno del 1986, in presenza di una particolare stampigliatura sul retro.

Una eventuale azione legale è esperibile anche nel caso in cui il BFP sia stato incassato: chi non è in possesso di una fotocopia può richiederla presso l’ufficio postale di emissione fornendo i dati dei BFP presenti sulle distinte d’incasso. Chi ha smarrito anche le distinte d’incasso, può chiedere all’ufficio postale di emissione una ricerca completa che fornirà gli stessi dati presenti sulle distinte.

Il diritto di ogni risparmiatore, inclusi i legittimi eredi, si prescrive trascorsi dieci anni dal momento in cui il BFP è incassato o cessa di essere fruttifero. Quindi chi abbia già riscosso titoli dal 13/6/2016 in poi, è ancora in tempo per reclamare quanto dovuto. I primi BFP trentennali incassati alla scadenza si prescriveranno solo nel 2026.

Al momento, coloro i quali hanno già ottenuto il riconoscimento del dovuto attendono di ricevere i pagamenti dall’Ente Postale. In difetto avranno la possibilità di rivolgersi presso i Tribunali per reclamare quanto già accertato dall’Arbitrato Bancario e Finanziario nelle recenti decisioni.

 

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