La decisione del Tribunale amministrativo del Molise. I ricorrenti: tutto rinviato, non cediamo di un millimetro


CAMPOBASSO. Il presidente della Sezione Prima del Tribunale amministrativo del Molise, Silvio Ignazio Silvestri, ha respinto l’istanza cautelare presentata dai legali dei consiglieri ‘surrogati’, Massimiliano Scarabeo e Antonio Tedeschi, che avevano presentato ricorso – tramite gli avvocati Massimo Romano, Margherita Zezza e Pino Ruta – per illegittima estromissione dal Consiglio regionale.

Tutto è cominciato giovedì scorso quando il governatore Donato Toma, con una mossa a sorpresa, ha modificato l’assetto dell’assise regionale revocando gli assessori in carica e, consequenzialmente, facendo venire meno i consiglieri supplenti (oltre ai due ricorrenti, Nico Romagnuolo e Paola Matteo), letteralmente sbattuti fuori da Palazzo D’Aimmo in vista del voto sul bilancio. Lunedì mattina, prima dell’inizio del Consiglio decisivo per l’approvazione del documento contabile e finanziario, Tedeschi e Scarabeo notificano un’istanza cautelare con richiesta di misura cautelare urgente anche inaudita altera parte. Nella quale contestano il fatto che la revoca della Giunta, in assenza della nomina dei nuovi assessori, non determinerebbe la cessazione immediata della loro carica stante la necessità di preservare, nelle more, la funzionalità dell’organo esecutivo mediante l’automatica prorogatio dei primi nelle funzioni assessorili, in virtù del generale principio di continuità amministrativa degli organi costituzionali. Un principio, questo, espressamente previsto anche nello Statuto della Regione Molise, “con conseguente preclusione (per gli assessori revocati, ndr) all’assunzione della contestuale qualifica di consiglieri, stante peraltro l’espressa condizione di incompatibilità con la carica di consiglieri (carica, quest’ultima, che, pertanto, sino alla nomina dei nuovi componenti della giunta, dovrà continuare ad essere svolta dai supplenti, odierni ricorrenti)”.

Ma il Tar non è stato di questo avviso: com’è possibile leggere sul provvedimento n. 78/2020 di stasera, il giudice “ritenuto, ad un sommario esame proprio di questa fase cautelare, che la censura non meriti accoglimento in quanto il principio della prorogatio invocato nel ricorso non sembra trovare applicazione nel caso di specie, perciò la avvenuta revoca dell’incarico di assessore è sufficiente a far venir meno la causa di sospensione dalle funzioni di consigliere regionale ai sensi dell’art 15 della legge regionale n. 15 del 2017; ritenuto che, conseguentemente, il Consiglio regionale deve disporre la revoca dei consiglieri supplenti e reinsediare i consiglieri titolari, ai sensi del comma 4 dell’art 15 sopra citato”, ha rigettato l’istanza cautelare e rinviato la decisione in sede collegiale al 13 maggio prossimo.

Da evidenziare che la sede collegiale dovrà esaminare l’ulteriore censura, reiterata nei motivi aggiunti al ricorso da parte dei legali Romano, Ruta e Zezza,  con cui si sostiene  “l’illegittimità delle delibere consiliari del 20 aprile 2020 in quanto adottate da un Consiglio regionale illegittimamente convocato ed altrettanto illegittimamente composto, poiché il presidente del Consiglio regionale ha omesso di estendere la convocazione ai consiglieri supplenti, tra i quali i ricorrenti”. Secondo il Tar tale censura potrà essere esaminata più opportunamente dal collegio, “anche perché, rispetto alle conseguenze della dedotta illegittimità, non si rinvengono ragioni di estrema urgenza, tali da non poter attendere la prossima camera di consiglio”, fissata appunto al 13 maggio.

Infine, il giudice Silvestri ha evidenziato che il ricorso “sembra afferire in realtà alla pretesa dei ricorrenti di mantenere lo status di consiglieri regionali, pertanto, in quest’ottica, si dovrebbe declinare la giurisdizione in favore del giudice ordinario“. 

I ricorrenti, intanto, fanno sapere che non cederanno di un millimetro. “Non essendo stata ravvisata un’urgenza tale da legittimare una imminente sospensione – scrivono Tedeschi e Scarabeo in una nota – la trattazione della fase cautelare è stata differita in sede collegiale per il prossimo 13 maggio anche ai fini di un maggiore approfondimento delle complesse questioni trattate. In breve: tutto rinviato alla fase cautelare collegiale per il prossimo 13 maggio. Non cediamo di un millimetro”.

 

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