Gli affanni, in termini di professionalità e di risorse utilizzate in ambito extrasanitario, hanno assunto i contorni di un vero e proprio rompicapo


CAMPOBASSO. Sanità, il caso Molise finisce anche sull’edizione odierna de ‘La Repubblica’. Non è la prima volta e di certo non sarà l’ultima per la ventesima regione, che balza agli onori (oppure orrori) della cronaca spesso e volentieri.

L’occasione, nel caso di specie, è legata ad una lunga intervista al ministro Giulia Grillo che analizza le criticità legate alla carenza di medici che, sorpresa, non sono solo un affanno del Molise.

In regione, per fronteggiare quella che si appresta ad essere una vera emergenza per quanto attiene soprattutto i pediatri, i ginecologi e gli ortopedici (oltre che per la medicina d’urgenza con i Pronto Soccorso che si apprestano a vivere la stagione più ‘calda’ visto l’afflusso di turisti soprattutto sulla costa) le ricette ‘ipotizzate’ al momento non hanno prodotto i miglioramenti del quadro clinico sperati.

Prima l’ipotesi di richiamare al lavoro i medici in pensione, poi quelli cooptati da altre regioni, poi i professionisti in forza all’Esercito. L’interlocuzione tra la struttura commissariale del Molise e il ministero della molisana d’adozione Elisabetta Trenta è in corso ma è la stessa titolare del Dicastero alla Difesa che avverte, sulle colonne di Repubblica, che “si cerca una soluzione per il Molise così da far fronte alla carenza di personale sanitario negli ospedali ma al momento non l’abbiamo trovata, stiamo continuando a cercarla”.

Punto e accapo, quindi. Un aiuto è arrivato dal Lazio, sempre secondo La Repubblica, che ha inviato quattro specialisti dal San Giovanni di Roma. L’assessore alla Sanità del presidente Zingaretti ha però rimarcato con disappunto che “intanto il problema verrà risolto dai nostri medici ma non è possibile che ogni volta che ci sono emergenze vengano chiamati in causa i militari: prima per le buche di Roma, poi per le carenze di organico. La strada maestra deve essere quella di tornare ad investire sul Servizio sanitario pubblico”.

I problemi non affliggono solo il Molise, ci sono in mezza Italia: basti pensare che, nel quadro del collasso degli ospedali, si scopre che mancano 800 medici dell’urgenza in Campania, 510 pediatri in Lombardia, 180 ginecologi in Sicilia, 145 specialisti in chirurgia vascolare in Emilia Romagna. Senza contare i 315 anestetisti e i 377 specialisti in medicina interna che al momento risultano assenti nella ‘civile’ Lombardia.

Per risolvere quella che è una vera emergenza, si potrebbe dare fin da subito concretezza ad una misura contenuta nel Decreto Calabria (quello che sblocca il turn over anche nelle regioni in piano di rientro come il Molise): far lavorare subito i medici alla fine della scuola di specializzazione senza aspettare il concorso. Una misura straordinaria che metterebbe in movimento circa 7000 medici in più di quelli arruolabili.

Un altro incentivo per tamponare le carenze di professionalità potrebbe essere quello di riconoscere un ‘bonus economico’ a chi decide di fare la valigia e trasferirsi lì dove non ci sono medici in numero sufficiente a garantire il servizio. Accade già in Emilia Romagna, con un premio riconosciuto di 250 euro al giorno.

In Molise la faccenda si complica e non poco perché la cronica carenza di medici è un problema che viene da lontano: oggi si lavora alla stesura del nuovo Piano operativo ma bisogna risolvere, nel frattempo, la questione dei 4 milioni di euro destinati alla Sanità e ‘scomparsi’, oggetto del ricorso alla Corte dei Conti avviato dalla struttura commissariale che ha anche bocciato il bilancio dell’Asrem.

Soldi che sono serviti per pagare un altro mutuo contratto nel 2007 sempre per fronteggiare la voragine economica prodotta dalla sanità molisana. Il dubbio è: si potevano usare i fondi destinati al settore che assorbe l’80% delle risorse regionali e che ne garantiscono il funzionamento per pagare la rata del mutuo? Negli anni precedenti questa procedura non è stata mai usata, i soldi si trovavano in altri capitoli di Bilancio.

La struttura regionale è al lavoro per individuare il settore dove reperire questi fondi e quindi per procedere all’assestamento. Certo è che la relazione del Tavolo tecnico dell’11 aprile scorso si è abbattuta come una mannaia ma ad oggi, e sono passati due mesi e mezzo, la strada per uscire dal tunnel non pare sia stata ancora individuata.

Nel frattempo, l’Agenzia delle Entrate ha certificato l’aumento dell’imposizione fiscale per i molisani, mancano i medici nelle corsie e dalle casse regionali pure i soldi.

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