L’onorevole dem ripropone l’intervento della madre di un giovane disabile che commenta la legge sul ‘Dopo di noi’. “Una testimonianza che apre profonde riflessioni sul tipo di società nella quale vogliamo vivere”


CAMPOBASSO. In occasione dello #StartDay a Campobasso, ossia dell’evento di apertura della sua campagna elettorale, l’onorevole del PD, Laura Venittelli, ha lanciato l’appello al “Molise che ce la può fare”, grazie all’impegno della politica. La candidata al Senato, sul collegio proporzionale, ha quindi accolto e raccolto svariate testimonianze sul suo operato e su quello del Partito Democratico in generale. Tra queste, le parole di madre di un figlio disabile, intervenuta per esprimere un giudizio sulla legge sul ‘Dopo di noi’. Parole toccanti, che la deputata dem oggi rilancia per contrapporle ai recenti fatti di cronaca, “l’amore di una mamma, contro l’odio di Macerata”.

“Questa campagna elettorale – commenta l’onorevole Laura Venittelli – è iniziata con forti emozioni. La più grande ce l’ha riservata sabato a Campobasso l’intervento di una mamma che ha voluto testimoniare il suo giudizio sulla Legge voluta dal PD sul ‘Dopo di noi’. Una testimonianza toccante di chi vive l’esperienza familiare di un figlio gravemente malato in casa. Proprio nelle stesse ore nelle quali l’Italia era scossa dall’incredibile attentato terroristico a sfondo razziale avvenuto a Macerata. Questa enorme contrapposizione – conclude Venittelli – fra l’odio di un giovane e l’amore infinito di una mamma apre profonde riflessioni sul tipo di società nella quale vogliamo vivere. All’odio folle alimentato dalla destra xenofoba noi contrapponiamo queste parole d’amore”.

Ed ecco il contenuto integrale delle dichiarazioni:

Testimonianza Dopo di noi“Mi chiamo Felicia Polimene e ho un figlio disabile di 22 anni. Per la gravità del suo handicap mio figlio non è in grado di vivere autonomamente e per qualsiasi esigenza che sia spostarsi in carrozzina, mangiare, bere, lavarsi, vestirsi, difendersi dai pericoli e persino scacciare una mosca fastidiosa, lui dipende completamente da chi gli sta vicino. Si parla di vita non autosufficiente, cioè di una persona che ha bisogno di assistenza continua per poter vivere. Con questa premessa potete capire come si può sentire un genitore che segue il proprio figlio giorno per giorno, anno dopo anno, dovendo fare i conti con due fattori: una situazione che non si risolve e il proprio progressivo invecchiamento… Quando il figlio disabile è ancora un bambino ci sembra tutto più semplice. Poi il bambino diventa un uomo e incominciamo a preoccuparci del suo futuro… Io credo che non ci sia niente di più terrificante per noi genitori di figli disabili che il pensiero di cosa succederà quando noi non saremo più lì a prenderci cura di loro. Cosa sarà di mio figlio? Dove finirà? Chi si occuperà di lui e come lo tratterà? E lui si renderà conto della mia assenza e dei cambiamenti nella sua vita?

Tutte queste domande se le sono fatte tanti genitori prima di me. L’idea che un figlio, etichettato come utente, possa finire rinchiuso in un istituto aspettando passivamente di concludere il suo percorso di vita, è un incubo che ci perseguita costantemente. Perciò abbiamo chiesto più volte una legge che tutelasse i nostri figli nel momento in cui noi non siamo più in grado di occuparci di loro. Ma c’era bisogno di una legge che rispettasse la dignità e la unicità dei nostri figli, una legge che non li riducesse a “numeri di pratica” e che non li facesse diventare completamente invisibili. Il partito democratico è stato il maggior sostenitore della necessità di legiferare sul futuro dei nostri figli e il disegno di legge definitivo è il risultato dell’unificazione di diversi disegni di legge presentati dai vari partiti, tranne uno che ha ostacolato in tutti i modi possibili l’approvazione della legge.

Tra i deputati che hanno presentato il disegno di legge ovviamente c’è anche la nostra Laura che ha sempre dimostrato una grande sensibilità e un forte coinvolgimento verso il mondo dell’handicap. Il suo interessamento vero verso le problematiche della disabilità grave ha contribuito al risultato finale: LEGGE 22 giugno 2016, n. 112 Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare, legge chiamata comunemente del Dopo di noi. Ci sono diversi interventi a livello economico, fiscale e legale che possono essere attuati con la presentazione di un progetto. Ma uno degli obiettivi più importanti di questa legge è cercare di togliere le persone disabili dagli istituti, inserendole in abitazioni o gruppi-appartamento che riproducano le condizioni abitative e relazionali della casa familiare.

È prevista anche la possibilità di soggiorno temporaneo per far fronte a esigenze impreviste e improvvise. Per noi genitori questa legge è una vera boccata di ossigeno, ci permette di vivere un po’ più serenamente, sapendo che c’è una rete di organi e servizi atti a tutelare il benessere dei nostri figli, sapendo che lo stato si fa carico dei nostri problemi. Sono sicura che c’è ancora tanto lavoro da fare, ma il primo passo è stato fatto e va nella direzione giusta. Buon lavoro Laura!”

 

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