Dopo la protesta attuata dai parroci di cinque comuni del Molise, nel giorno dell’approvazione alla camera delle Disposizioni anticipate di trattamento


CAMPOBASSO. Campane a morto contro la legge sul biotestamento. E’ finita in cronaca nazionale la protesta messa in atto dai parroci dei comuni di Carovilli, Castropignano, Duronia, Pietrabbondante e Salcito, nel giorno dell’approvazione alla Camera dei Deputati delle Dat, le Disposizioni anticipate di trattamento, che danno il via libera alla legge sul testamento biologico.

A guidare la protesta don Mario Fangio di Carovilli, che già lo scorso anno suonò le campane a morto anche contro la legge sulle Unioni Civili. “La vita è vittima della morte – questo il messaggio contenuto in un necrologio – dall’aborto all’eutanasia delle Dat”.

Sulla questione è intervenuta l’Arcigay Molise, rivendicando la libertà dello stato laico di autodeterminarsi senza condizionamenti di nessun culto religioso.

“Per noi di Arcigay – ha dichiarato la presidente Luce Visco – il rispetto per gli altri è il punto di partenza da cui scaturiscono le nostre azioni. E crediamo che la legge sul testamento biologico sia una norma di civiltà con cui costruire una società moderna ed evoluta. Crediamo che sia buonsenso lasciare al paziente la scelta di decidere di porre fine alla propria vita nelle modalità con cui ritiene opportuno farlo. Riteniamo invece che l’iniziativa dei parroci molisani – ha concluso – non rispetti la libertà di autodeterminazione dell’individuo e i diritti della singola persona”.