Da martedì stop ai ricoveri urgenti e blocco di quelli ordinari. Pastore: “Arriva un’altra morte annunciata”


CAMPOBASSO. La notizia era nell’aria da tempo e ora è arrivata l’ufficialità: chiude il reparto di Neurochirurgia dell’ospedale ‘Cardarelli’ di Campobasso.
“Dopo l’approvazione, con prescrizioni, da parte del Commissario ad acta con Decreto n° 7 del 2 febbraio – si legge nella nota dell’Asrem -, dell’Atto Aziendale dell’Asrem redatto secondo il Pos 2015-2018, si procede nella riorganizzazione del servizio sanitario regionale. Il Direttore Sanitario dell’ospedale Cardarelli di Campobasso comunica che dal 14 febbraio sarà dismesso il reparto di neurochirurgia, come da crono programma”.

Da martedì dunque stop ai ricoveri urgenti e blocco di quelli ordinari. Una notizia naturalmente contestata da più parti. “Ed ecco – scrive in un post su Facebook il portavoce del comitato Bene Comune Veneziale Lucio Pastore – che arriva un’altra morte annunciata, quella della Neurochirurgia dell’Ospedale Cardarelli di Campobasso. Nell’opera di ristrutturazione, invece di risolvere e potenziare quel servizio. Mi chiedo: quando arriverà un malato politraumatizzato in ospedale, al Cardarelli, cosa si farà se avrà anche bisogno della neurochirurgia insieme ad altre branche specialistiche? Lo spacchettiamo in ossequio alle esigenze dell’organizzazione regionale?

In pratica si organizza il servizio regionale non in base alle esigenze degli utenti ma per le necessità di altri e gli utenti saranno piegati a queste necessità”.
Altro problema serio, secondo il dirigente medico è il decreto Balduzzi che, “prevede determinati bacini di utenza per ogni specialità. Il Molise non può avere la neurochirurgia perché occorre una popolazione di almeno 600.000 abitanti. Tuttavia può cedere in convenzione a privati più di 100 dei suoi posti letto che vengono utilizzati per la neurochirurgia di cui solo 14, come accertò Carmine Ruta, per pazienti molisani. Il resto dei posti vengono utilizzati da utenza extraregionale per fare profitto lasciando i lunghi tempi di attesa e gli intasamenti dei pronto soccorsi ai molisani. Ora si sono costruiti altre strutture private con gran contributo di denaro pubblico, mentre non ci sono soldi per i nostri ospedali, e sicuramente ci dovranno essere altri accreditamenti, sia di posti letto che di specialità diverse. In pratica, con la tecnica della rana bollita, a piccoli passi si privatizza tutto il sistema e nel giro di qualche anno vedremo chiuso anche il Veneziale ad Isernia e dovremmo andare a curarci a Pozzilli”.