Tra selfie scattati anche nei momenti meno opportuni e sempre meno contatto reale tra le persone, il video di Moby (GUARDA) dipinge una realtà pericolosa, non troppo lontana dal nostro quotidiano


Siano “benedette“ le nuove tecnologie, perché ci consentono di informarci liberamente, di ascoltare musica in movimento, di condividere i nostri momenti con chi vogliamo o di tenerci in contatto con il resto del mondo. Le nuove tecnologie insomma sono divenute un elemento fondamentale per la comunicazione, il lavoro e molti altri aspetti della nostra esistenza. Lo strumento che più di tutti ha modificato le nostre abitudini relazionali è lo smartphone, uno dei dispositivi elettronici che ha raggiunto più utenti finora. Si stima che più di 4.000 milioni di persone ne hanno, almeno uno e, in media, le persone lo controllano 80 volte al giorno, una ogni 12 minuti. Occhi fissi, mani intente a scrivere centinaia di messaggi e ore spese a scorrere le pagine dei social network. Si chiama “sindrome da hand-phone” – tradotto letteralmente “da telefono in mano”,  ed è un’ossessione per la tecnologia che contagia milioni di italiani.

Diversi gli studi condotti sul fenomeno, tante le parole spese, ancora pochi gli interventi “illustri” sulla degenerazione dell’iperconnessione. Tuttavia, le coscienze cominciano a muoversi e spunta tra i big della musica chi fa della dipendenza dagli schermi il tema del suo ultimo brano “Are you lost in the world like me?”

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Stiamo parlando di Moby che, utilizzando le illustrazioni di Steve Cutts ispirate ai cartoni animati degli anni ’30 (Betty Boop, Popeye e altri), denuncia la crescente dipendenza dalla tecnologia. O meglio: l’assenza di interazioni tra le persone.

“Abbiamo costruito delle grandi città, delle grandi industrie, dei grandi sistemi. Questi sistemi sono stati costruiti per proteggerci, per renderci liberi. Ma invece di fare questo hanno inquinato la nostra aria, ucciso gli animali e massacrato la terra – e siamo noi che abbiamo creato distruzione. Pensavamo di aver risolto i problemi della distribuzione del cibo e della distribuzione delle ricchezze, ma siamo più infelici che mai”, ha scritto l’artista per presentare il suo ultimo album “These systems are failing”.

E fin qui tutto bene. Se non intervenisse poi il paradosso per cui lo stesso video di Moby, pubblicato qualche giorno fa su YouTube, verrà visto dalla maggioranza degli utenti su quello stesso strumento, lo smartphone, tanto amato e tanto odiato.