Il presidente del Senato, oggi a Campobasso per partecipare allo spettacolo ‘Per non morire di mafia’, tratto da un suo libro, ha invitato a tenere alta la guardia contro una criminalità che non commette più omicidi ma cerca di acquisire il controllo dell’economia. Quindi l’impegno a fare ‘moral suasion’ con il Governo Renzi, per evitare la soppressione della Corte d’Appello di Campobasso


di CARMEN SEPEDE

CAMPOBASSO. “La mafia quando è silente è più temibile e più pericolosa”. Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso, oggi a Campobasso al Teatro Savoia per partecipare alla rappresentazione teatrale ‘Per non morire di mafia’, tratta da un suo libro e interpretata da Sebastiano Lo Monaco, inserita nel ‘Progetto legalità’. Un appuntamento organizzato dall’Ufficio scolastico regionale, in collaborazione con la Fondazione Molise cultura.

Il fatto che non ci siano più omicidi di mafia – ha detto Grasso ai giornalisti – non deve farci cantare vittoria. Ora bisogna stare attenti a quella mafia che si inabissa, si insinua, cerca di acquisire il controllo economico, entra in affari, sembra che ti voglia aiutare a risolvere i tuoi problemi economici, ma poi entra talmente dentro che non puoi più farne a meno e ti espropria della tua proprietà”. Vigilanza a vegliare sui fenomeni mafiosi anche nelle piccole regioni, come in Molise. Che non può essere considerata un’isola felice.

In proposito, il governatore Paolo di Laura Frattura ha lanciato un appello alla seconda carica dello Stato, a farsi da portavoce della battaglia del Molise a tutela della Corte d’Appello di Campobasso. “Perdere la Corte d’Appello – ha detto Frattura – significa privare questa regione del diritto alla giustizia e alla legalità”. “La mia voce può funzionare da ‘moral suasion’ – ha dichiarato in proposito Grasso – ma la decisione dipende innanzitutto dal Governo e dal Ministero della Giustizia. Il problema non riguarda non solo Campobasso, ma anche tante altre Corti d’Appello”.

bar2Il presidente del Senato è arrivato a Campobasso poco dopo le 11, accolto dalla dirigente dell’Ufficio scolastico regionale Anna Paola Sabatini e dal governatore Paolo di Laura Frattura. Una sosta al bar ‘Savoia’ per un caffè e un saluto con le autorità e i clienti del locale. Quindi l’ingresso al Teatro Savoia e l’abbraccio con Sebastiano Lo Monaco, l’attore protagonista di ‘Per non morire di mafia’, che con il suo monologo ha conquistato il pubblico presente.

La storia di Grasso, siciliano di Licata, magistrato a Palermo. Gli esordi, il suo ruolo di giudice a latere nel maxiprocesso a ‘Cosa Nostra’, il rapporto con Falcone e Borsellino, la lotta alla mafia, il fallito attentato per ucciderlo, fino alla nomina alla guida della Direzione nazionale antimafia. “Una figura inarrivabile”, lo ha definito la dirigente dell’Ufficio scolastico regionale Anna Paola Sabatini, intervenuta sul palco prima del governatore Paolo di Laura Frattura e di un rappresentante del comitato degli studenti.

“La corruzione – ha detto Grasso – rispondendo ai quesiti posti dagli studenti, prima al Teatro Savoia, poi all’auditorium della scuola ‘Petrone’ – è un male endemico, difficile da estirpare, che si combatte dal punto di vista etico”. “Non ho mai pensato di gettare la spugna – ha quindi chiarito a una studentessa che gli aveva posto la domanda – anche quando con la scarcerazione di alcuni imputati del maxiprocesso qualcuno distruggeva i miei risultati”.grasso e lo monaco

Il passaggio dalla magistratura alla politica, l’elezione a senatore, la nomina a presidente del Senato. E il ricordo di quando, da seconda carica dello Stato, ha sostituito il presidente della Repubblica, nel periodo di avvicendamento tra Napolitano e Mattarella. Immancabile il riferimento al Referendum costituzionale. Su cosa voterà il 4 dicembre, Grasso ovviamente non si è sbilanciato. “L’importante – ha detto però – è che il Paese resti unito, sia che vinca il sì, sia che vinca il no”.