Isernia, Antonio Padellaro a Lettera 423 racconta la ‘sua’ verità (VIDEO)

Dallo scoop della seduta spiritica a casa di Prodi durante il rapimento Moro alla sua esperienza al Fatto Quotidiano, una delle più grandi firme del giornalismo italiano ripercorre le tappe principali della sua carriera e della nostra storia recente


di Pietro Ranieri

ISERNIA. Raccontare la realtà dei fatti tenendo la schiena dritta e senza paura del potente di turno è possibile ancora oggi? A questa domanda prova a rispondere Antonio Padellaro nel suo libro ‘Solo la verità. Lo giuro’, edito da Piemme e presentato ieri sera a Isernia nel corso di Lettera 423. Ancora un pienone al chiostro di Palazzo San Francesco, ancora una voce fondamentale nel panorama del giornalismo contemporaneo, ancora uno straordinario incontro condotto, stavolta, con ineffabile ironia e curiosità dal collega Enzo Luongo.

Padellaro è una delle grandi firme del giornalismo italiano. Racconta, nel suo libro, i meccanismi che governano la notizia e i retroscena che spesso l’accompagnano: più di cinquant’anni di giornalismo, di scoop e ricordi autobiografici, di ritratti di personaggi potenti o eccentrici che si sono succeduti, di ‘maestri’ e amici di sempre. Suo lo scoop per il Corriere della seduta spiritica a casa di Prodi durante il rapimento Moro. Sua quella “esperienza editoriale unica” che è il Fatto Quotidiano. Una voce che, non una volta sola, è stata gentilmente condotta alla porta per non aver mai asserito senza crederci.

‘Solo la verità. Lo giuro’ è un libro sincero, che non fa sconti a nessuno, tanto meno a chi scrive. Un diario intimo fatto di confessioni, riflessioni e rivelazioni, spesso dirompenti e amarissime. Senza mai perdere il gusto dell’ironia (e dell’autoironia) a cui Padellaro si è sempre affidato.

L’intervista in evidenza di Giuliano Vacca