La biologa molecolare rilancia le accuse alla Cina per la diffusione della pandemia, ma chiama in causa anche gli Stati Uniti


AMERICA/CINA. La biologa molecolare Alina Chan rilancia l’ipotesi che il virus Sars-Cov-2, causa della pandemia di Covid-19, sia sfuggito da un laboratorio di Wuhan, in Cina, durante un progetto di ricerca. La novità sarebbe però che il progetto cui la studiosa fa riferimento – si legge in un articolo di Elena Tebano per il CorSera – sarebbe stato finanziato dagli Stati Uniti. Dunque, entrambe le super potenze sarebbero coinvolte nella diffusione del Coronavirus nel mondo.

Ecco le principali ‘prove’ a sostegno della tesi di Chan: la pandemia è iniziata a Wuhan, dove si trovava il più importante laboratorio di ricerca su virus simili alla Sars; il laboratorio di Wuhan lavorava su virus simili al Covid-19 prelevati in natura e il progetto di ricerca “Defuse”, elaborato in collaborazione con EcoHealth Alliance e l’epidemiologo Ralph Baric, prevedeva la creazione di virus con caratteristiche simili al Sars-Cov-2; i livelli di sicurezza del laboratorio di Wuhan erano troppo bassi; non ci sono prove convincenti che il virus sia passato all’uomo tramite uno spillover, come sostenuto inizialmente; le autorità cinesi hanno ostacolato le indagini sui primi casi di Covid-19.

Chan chiede un’indagine approfondita da parte degli Stati Uniti e sottolinea la pericolosità di questo tipo di ricerca, finanziata anche dal governo americano. L’immunologo statunitense Fauci nega qualsiasi coinvolgimento e sostiene di aver sempre chiesto chiarezza sull’origine del virus.

L’ipotesi di Chan è sostenuta da alcuni scienziati, ma non è ancora stata dimostrata definitivamente.

Il caso è, dunque, complesso e controverso e sono necessarie ulteriori indagini per determinare l’origine del virus.