Foto Corriere.it
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Il tribunale ha nominato il consulente per valutare le condizioni di Pietro Ialongo, a processo per l’assassinio della 36enne di Cerro al Volturno uccisa con 14 coltellate


di Deborah Di Vincenzo

FROSINONE. Pietro Ialongo era capace di intendere e volere nel momento in cui ha ucciso con 14 coltellate la ex fidanzata?

Si gioca tutto su questo interrogativo il processo al 39enne accusato dell’omicidio dei Romina De Cesare, la 36enne di Cerro al Volturno assassinata nella casa in cui i due convivevano nel centro storico di Frosinone.

Questa mattina in Corte d’Assise la nuova udienza del procedimento che vede Ialongo imputato per omicidio volontario aggravato dalla coabitazione e stalking.

In Aula il controesame del consulente della difesa, lo psichiatra Ottavio Di Marco, il quale nella sua perizia – illustrata nel corso dell’udienza precedente – ha evidenziato che il 39enne è risultato affetto “da un disturbo di personalità misto che ha fatto scemare la sua capacità di intendere e volere”.

Ribadita anche oggi dunque la presenza di un disturbo della personalità ‘nas'(non altrimenti specificato) “passivo-aggressivo e depressivo”.

Sempre nel corso dell’udienza di questa mattina il tribunale – come annunciato – ha nominato quale suo consulente il neurologo Peppino Nicolucci. A lui il compito di redigere una nuova perizia psichiatrica, che approderà il Aula il 15 febbraio del prossimo anno. Anche le parti civili hanno nominato un loro perito, lo psichiatra Tommaso Gualano.

L’omicidio – come noto – risale alla notte tra il 2 e il 3 maggio dello scorso anno. A ricostruire i contorni della tragedia sono state le Procure di Frosinone e Latina con gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Frosinone, del Comando Carabinieri Stazione di Sabaudia, del Reparto Operativo, nucleo investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Latina.

Parti civili nel processo sono il papà della vittima (assistito dall’avvocato Danilo Leva) e il fratello (rappresentato dal legale Fiore Di Ciuccio)  e l’associazione Liberaluna Onlus, assistita dall’avvocato Maria Calabrese.

La difesa dell’imputato è invece affidata agli avvocati Vincenzo Mercolino e Riccardo Di Vizio e punta a dimostrare che la capacità di intendere e volere di Ialongo, al momento dell’omicidio, era scemata. L’obiettivo è chiaramente quello di scongiurare un’eventuale condanna all’ergastolo