La borsa di studio nazionale è finanziata dalla famiglia di una delle 28 vittime del sisma che nel 2002 fece crollare la scuola Jovine


ROMA. ‘A Scuola si lavora per la pace’ è stato il tema del 51esimo concorso nazionale promosso dall’Eip Italia (Ecole Instrument de Paix) in linea con l’obiettivo 16 dell’Agenda Onu 2030 ‘Pace, Giustizia e istituzioni solide’. La cerimonia di premiazione si è svolta mercoledì 25 ottobre nell’Auditorium della Biblioteca Nazionale a Roma.

Hanno partecipato al concorso circa centoventi scuole di tutte le regioni italiane per progetti e lavori creativi realizzati sul tema proposto. Trenta sono le scuole premiate, selezionate da una prestigiosa giuria Ministeriale, un’iniziativa apprezzata e condivisa dal sottosegretario all’Istruzione e al Merito, Paola Frassinetti.

Grande interesse hanno suscitato nei giovani i temi della sicurezza a scuola. Il progetto ‘Se fossi diventato grande’, della classe IH scuola primaria Pistelli, referente l’insegnante Veronica D’Ascenzo dell’I.C. Claudio Abbado di Roma, ha meritato la Borsa di studio nazionale finanziata dalla famiglia di Luigi Petacciato, uno dei 27 bimbi morti insieme alla maestra Carmela Ciniglio a San Giuliano di Puglia per il crollo della scuola Jovine, di cui domani, 31 ottobre, ricorre il 21° anniversario – con la seguente motivazione: “La giuria ha vivamente apprezzato l’appello dal forte valore pedagogico di far comprendere ai bambini come il piccolo Luigi e i suoi compagni non abbiano potuto realizzare i loro sogni, lasciandoli liberi di immaginare il loro futuro, loro che grandi lo diventeranno. Ha altresì apprezzato la creatività e la fantasia dei disegni e delle parole che rendono straordinariamente autentico il lavoro”.

Arianna Vennarucci, dirigente scolastico dell’Istituto ‘Claudio Abbado’, ha affermato: “Questo premio ha un altissimo significato perché riconosce un lavoro che la scuola fa sul tema della sicurezza e sull’educazione alla cittadinanza, in particolare sull’educazione dei bambini molto piccoli che sono gli stessi che hanno ricevuto il premio”.

“Un modo per consolidare il valore della scuola come spazio pubblico diverso dal luogo privato a cui sono abituati, come la famiglia. È quindi l’educazione alla tutela di questo spazio che dovremmo rafforzare a tutti i livelli. Inoltre, la dedica a Luigi Petacciato e l’esperienza personale vissuta dall’insegnante, sopravvissuta al crollo della scuola in cui ha perso la vita suo cugino, sono state il punto di partenza della riflessione dei bambini su questo tema. Il fatto che Luigi, avesse, quando è successa la tragedia, la stessa età dei nostri bambini li ha aiutati ad attivare l’immaginazione e a costruire questa meravigliosa testimonianza”.