Per ripianare il deficit del Molise deliberato l’incremento dell’aliquota relativa all’imposta sul reddito delle persone fisiche per il terzo e il quarto scaglione, a partire dai 28mila euro lordi


di CARMEN SEPEDE

CAMPOBASSO. Buste paga più leggere per i molisani, a partire dal 1 gennaio 2024.

Era stato anticipato, ma adesso è ufficiale. La Giunta regionale del Molise ha dato il via libera all’aumento dell’aliquota Irpef per i redditi sopra i 28mila euro – una buona fetta dei lavoratori – su cui sarà applicata l’imposta del 3,33%. Il massimo.

Lo prevede la delibera n.327, ‘Adeguamento della disciplina dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef). Modifica alla legge regionale 25 luglio 2013 n.9 come modificato dall’articolo 2, comma 1, della legge regionale 30 marzo 2022, n.5’, approvata il 17 ottobre dall’esecutivo Roberti.

Della necessità di rivedere le imposte, per far quadrare i conti e consentire l’approvazione del bilancio di previsione 2023, che ad oggi di fatto ancora non c’è, aveva parlato l’assessore regionale Gianluca Cefaratti. Che ha spiegato le motivazioni della decisione.

“Un provvedimento che ci consentirà di introitare 17 milioni di euro nel bilancio regionale a partire dal 2024, somme necessarie per avere una boccata di ossigeno e coprire finanziamenti scoperti – le parole dell’assessore al Bilancio – Abbiamo preso un impegno con il Governo, di aumentare le aliquote per i redditi imponibili superiori a 28mila euro, mentre abbiamo avuto conferma del provvedimento adottato dal Consiglio dei Ministri che mette a disposizione del Molise 40 milioni di euro, prima tranche di 200 milioni nel quinquennio. Una somma – ha concluso Cefaratti – che ci consentirà di chiudere il bilancio 2023, vincolata alla riduzione del disavanzo di amministrazione”.

A determinare il rincaro dell’aliquota Irpef, di certo impopolare, la necessità di ridurre il deficit della regione. In ulteriore aumento. Rispetto all’obiettivo di disavanzo da piano di rientro, fissato in 452.540.923,57 euro, è stato accertato un disavanzo al 31 dicembre 2021 di 573.484.996,41 euro, peggiorativo rispetto al disavanzo obiettivo per una somma pari a complessivi 120.944.072,84 che costituisce il disavanzo non ripianato nel corso dell’esercizio 2021.

La Giunta regionale ha previsto l’aumento dell’Irpef sul terzo e quarto scaglione di reddito, ma ad essere penalizzato maggiormente è proprio il terzo scaglione, che non è proprio relativo ai redditi medio-alti, come li definisce la delibera, visto che 28mila euro lordi sono la cifra percepita da molti dipendenti e impiegati.

Invariata la tassazione sul primo scaglione, all’1,73% per i redditi fino a 15mila euro, e sul secondo scaglione per i redditi tra 15mila e 28mila euro, che resta all’1,93%. L’incremento più importante tocca proprio il terzo scaglione, i redditi tra 28mila e 50mila euro, con l’aliquota che passa dal 2,13 al 3,33%. Stessa aliquota, 3,33% anche per il quarto scaglione, i redditi sopra i 50mila euro, su cui l’imposizione era al 2,33%.

Gli effetti, quelli concreti, si vedranno già tra qualche mese. Dal pagamento dello stipendio di gennaio 2024. Con la busta paga netta che più bassa per tutti quelli che guadagnano più di 28mila euro. Salvando solo i redditi più bassi: primo e secondo scaglione.

La proposta dell’Esecutivo passa ora alla Commissione consiliare permanente che dopo l’istruttoria e l’espressione del parere di competenza la invierà all’esame definitivo del Consiglio regionale.