La decisione dei giudici amministrativi in merito all’istanza presentata da due cittadine di Sessano del Molise


SESSANO DEL MOLISE. Niente quote rosa nella Giunta comunale: il Tar Molise accoglie il ricorso presentato da due cittadine di Sessano del Molise, assistite dall’avvocato Roberto Giammaria.

L’istanza era stata presentata lo scorso mese di luglio. Ora è arrivata la decisione dei giudici amministrativi. E, per effetto dell’accoglimento del ricorso, viene annullato il decreto del sindaco Pino Venditti del 24 maggio scorso e la susseguente deliberazione del Consiglio Comunale del 31 maggio. Vale a dire gli atti relativi alla composizione dell’esecutivo.

Nel ricorso è stata sostenuta l’illegittimità del decreto di nomina di una Giunta di composizione esclusivamente maschile sotto l’aspetto del mancato espletamento di una sufficiente preventiva istruttoria, volta ad acquisire la eventuale disponibilità a ricoprire l’incarico da parte delle donne concittadine. “Le giustificazioni addotte dal sindaco sarebbero solo formali – si evidenzia nell’istanza – e sostanzialmente elusive delle regole a presidio della parità di genere nella composizione dell’organo esecutivo. Non sarebbe stato difatti impossibile acquisire candidature per ricoprire la carica tra le concittadine dotate di esperienze e competenze, come comproverebbe la disponibilità alla nomina delle stesse ricorrenti”.

Assistito dall’avvocato Lucia Mascitto, il Comune si è costituito in giudizio, sostenendo l’infondatezza del ricorso. La difesa dell’Ente ha dedotto che nel caso di specie si sarebbe in presenza di una ‘effettiva impossibilità’, emersa all’esito di ‘puntuale istruttoria’, di assicurare nella composizione della Giunta la presenza dei due generi. “In particolare – si legge nel dispositivo – si evidenzia la natura fiduciaria dell’incarico assessorile, la quale sottende la possibilità che il sindaco non rinvenga, tra le concittadine, personalità idonee a garantire il buon andamento e la governabilità. Del resto, proprio una delle ricorrenti che in questa sede ha pur manifestato la propria disponibilità alla nomina non potrebbe godere della fiducia necessaria, avendo partecipato alle competizioni elettorali in uno schieramento avverso”.

Esaminato il caso, il Tar ha ravvisato “la mancanza di un rigoroso accertamento, da parte dell’amministrazione, della ‘effettiva impossibilità’ di garantire in concreto la presenza di una donna nella Giunta comunale, non risultando essere stata da essa condotta una adeguata e puntuale istruttoria al riguardo – si legge nella sentenza – Se si ammettesse la sufficienza, in materia, dell’allegazione dell’indisponibilità delle poche personalità femminili di stretta fiducia del sindaco, all’uopo contattate con esito negativo, si consentirebbe in questo modo una fin troppo facile elusione delle norme a tutela della composizione delle Giunte Comunali nel rispetto della parità di genere”.