francesca capozza

Numerose sono le sfide evolutive che, senza saperlo, il giovane si trova a dover affrontare


di Francesca Capozza*

L’adolescenza è una delicata complessa fase del ciclo vitale di tutta la famiglia, oltre che del singolo individuo, che coincide con il periodo di transizione dalla fanciullezza alla maturità (13- oltre 20). E’ il passaggio da una condizione psicologica di dipendenza (l’infanzia) ad una condizione di autonomia (la maturità), contraddistinta da trasformazione e mutamento a diversi livelli. E’ propedeutica al conseguimento di una capacità personale di emancipazione ed autodeterminazione in differenti sfere della vita: l’affettività, la morale, la cultura, la politica, il lavoro, la salute. L’Obiettivo principe è la definizione di una propria identità personale e sociale e l’acquisizione di uno status individuale adulto. Numerose sono le sfide evolutive che, senza saperlo, il giovane si trova a dover affrontare:

  1. Crescente autonomia (passaggio dalla dipendenza dai genitori all’autonomia ed all’accettazione delle proprie responsabilità)
  2. Ridefinizione della relazione con i genitori (meno autoritaria ed unilaterale più collaborativa e partecipativa)
  3. Costruzione della propria identità (compimento del processo d’integrazione e differenziazione del sé)
  4. Capacità di assunzione di impegni attesi (scuola, comportamento personale, familiare e sociale, scelte in vari ambiti)
  5. Sperimentarsi nel gruppo dei pari (utile per il riconoscimento di sé, accettazione, apprendimento di abilità sociali, sperimentazione di uno status autonomo, di diversi ruoli). Dinanzi alle nuove esperienze che quindi il giovane si trova a vivere (il cambiamento corporeo, lo sviluppo della sessualità, il processo di differenziazione dalle figure genitoriali, l’identificazione con il gruppo dei pari, l’incremento delle competenze intellettuali, lo sviluppo delle norme personali e dei sistemi valoriali, il superamento dell’esperienza scolastica, la costruzione della propria carriera professionale, ecc.. ), il disagio giovanile costituisce una condizione naturale di difficoltà e di stress connessa al processo di crescita. Il corpo può venire identificato dall’adolescente come un nemico di cui liberarsi (ad es. con gesti autolesionistici), in quanto sede delle cose che non vanno (fisiche o emotive), possono essere presenti emozioni soverchianti di vergogna e paura di non sentirsi mai abbastanza capaci di rispondere alle richieste provenienti da se stesso e dagli altri, fino a sperimentare vissuti di perdita di speranza e di fiducia nel futuro. Alcuni giovani possono avere difficoltà ad affrontare i conflitti interiori, mentalizzarli, simbolizzarli e cercare di evitare o attenuare le tensioni interne con modalità disfunzionali o addirittura estreme (soprattutto in tale caso è consigliabile il sostegno di uno specialista). Come comportarsi con i figli durante l’adolescenza, affinchè il genitore possa contribuire a promuovere benessere nel giovane e nella famiglia? Teniamo a mente pochi punti saldi:
    1) Comprendere i cambiamenti biologici, emotivi e cognitivi in atto, per comprendere gli adolescenti
    2) Creare un clima e una connessione empatica, non sfuggendo il conflitto, ma gestendolo con ascolto non giudicante e condivisione di pensieri ed emozioni; non rimproverare la loro espressività emotiva, ma accettarla in quanto il conflitto è una parte normale della vita e gestirlo in maniera sana promuove la crescita di tutto il sistema familiare. Il modo in cui lo affrontano verrà appreso in gran parte dal modo in cui anche i genitori gestiscono i conflitti
    3) Lasciare al figlio il proprio spazio fisico ed emotivo: l’attenzione sociale principale degli adolescenti si sposta dalla famiglia agli amici. I ragazzi hanno bisogno di trascorrere del tempo con i coetanei per sviluppare abilità sociali e provare un senso di appartenenza. In questa fascia di età, i figli potrebbero non voler condividere i propri pensieri e sentimenti con il genitore come facevano prima. È perfettamente normale. Bisogna dare spazio, senza costringerli a parlare di ciò che pensano: è sufficiente  dimostrarsi pronti all’ascolto
    4) Mantenere o creare o momenti di condivisione, per ritrovare unità e scambio. Aumentare l’indice di divertimento familiare consolida il legame genitori – figli (emozioni e ricordi positivi)
    5) Monitorare l’utilizzo della tecnologia, per evitare dipendenza o altri comportamenti di rischio.

psicologa, psicoterapeuta, specialista in psicologia della salute