È iniziato oggi il ciclo di eventi formativi promossi dall’Ordine. Il processo esecutivo al centro del primo incontro


ISERNIA. L’incontro dal titolo ‘Il processo esecutivo’ ha aperto oggi a Isernia il ciclo di eventi formativi promossi dall’Ordine degli Avvocati su un tema di stretta attualità: la riforma Cartabia.

Oltre 90 gli avvocati che si sono dati appuntamento nel primo pomeriggio nell’Aula Consiliare di Palazzo San Francesco.

“La riforma Cartabia – ha sottolineato Florindo Di Lucente, presidente dell’Ordine degli Avvocati – non convince per una molteplicità di motivi. In primo luogo perché ci sono tutta una serie di interrogativi e punti poco chiari. E infatti con questo corso di formazione che abbiamo organizzato come Ordine degli Avvocati di Isernia cercheremo di fare chiarezza sui dubbi interpretativi. Ma soprattutto ci sono tantissime criticità, legate in particolar modo alla carenza di personale in organico, sia per quanto riguarda i magistrati, sia per quanto riguarda il personale amministrativo degli uffici giudiziari. Quello che doveva essere l’intento del legislatore, almeno sulla carta, cioè semplificare il processo, con queste criticità rischia di essere disatteso. E quindi la riforma rischia seriamente rischia di trasformarsi in una mera riforma di principio. Vale a dire ‘cambiare tutto per non cambiare nulla’. Nel senso che, con l’organico ridotto, diventa davvero difficile arrivare a una riduzione di quelli che sono i tempi del processo e quindi attuare il principio di celerità del processo, che è un principio cardine del nostro ordinamento giuridico che è un principio di giustizia forndamentale”.

Relatore dell’evento formativo di oggi, Rinaldo D’Alonzo, giudice dell’Esecuzione presso il Tribunale di Larino. “La riforma Cartabia – ha detto – affronta in modo consapevole alcuni nodi della procedura esecutiva da un punto di vista microeconomico e macroeconomico.

È una riforma che ha consapevolezza delle ricadute macroeconomiche dell’esecuzione forzata perché muove in termini di Prodotto Interno Lordo molte risorse. Interviene sciogliendo alcuni nodi, prendendo posizione rispetto a talune questioni che avevano interessato la Giurisprudenza. Chiaramente la prassi ci dirà se il legislatore ha colto nel segno. La criticità maggiore è rappresentata dal fatto di essere intervenuti su una stratificazione normativa che, nel corso degli anni, ci ha obbligati ad affrontare perennemente questioni di diritto intertemporale. Nel senso che tale è l’importanza dell’esecuzione forzata, che il legislatore è sempre intervenuto nella materia cercando di correggere il tiro prima ancora che novità normative si sedimentassero nella aule di Tribunale”.

Prossimo incontro è in programma venerdì 21 aprile sul tema ‘Il giudizio di cognizione ordinaria di 1° grado’. Relazionerà Giuseppe Della Pietra, ordinario di Diritto Processuale Civile presso l’Università UniParthenope di Napoli.