E meno inquinamento. A promuovere la petizione online la Società italiana di medicina ambientale insieme a Consumerismo No Profit. All’appello si associa pure l’Unsic


ROMA. Lancette dell’orologio avanti nella notte: è tronata l’ora legale, che consente di guadagnare luce in più la sera, con un conseguente risparmio sulla bolletta elettrica e con una minore emissione di CO2.

Ed ecco che la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), insieme a Consumerismo No Profit, si sono fatte promotrici di una petizione online, indirizzata al Governo, per mantenere l’ora legale tutto l’anno, raccogliendo oltre 280mila firme.  In base alle stime di Sima, – si legge su TgCom24 – solo nel 2023 l’adozione dell’ora legale permanente produrrebbe nel nostro Paese, sulla base delle attuali tariffe elettriche, risparmi diretti in bolletta per 382 milioni di euro grazie a minori consumi di energia, per circa 720 milioni di kwh. Il risparmio potrebbe salirebbe ulteriormente nel corso dell’anno se le tariffe elettriche dovessero subire incrementi. A tutto ciò si aggiungerebbe un massiccio taglio alle emissioni pari a 200.000 tonnellate di CO2 in meno, equivalenti a quella assorbita piantando dai 2 ai 6 milioni di nuovi alberi, con benefici per la salute umana e planetaria.

Ad associarsi all’appello anche l’Unsic – associazione datoriale – che, per il tramite del presidente Domenico Mamone, evidenzia come oltre due terzi degli imprenditori (67 per cento) sarebbe favorevole a lasciare l’ora legale tutto l’anno: “Determinerebbe un doppio beneficio: – afferma – da una parte eviterebbe il cambio d’ora due volte l’anno, che studi scientifici correlano a problemi di salute, per quanto modesti; parallelamente permetterebbe di risparmiare sui consumi energetici, con ricadute benefiche su tutto l’ambiente. Un altro fattore positivo, che evidenziano i nostri associati, riguarda la spinta al turismo, realtà economica sempre più strategica in tutte le regioni italiane. A ciò aggiungerei un quarto elemento, importante in questa fase postpandemica: la possibilità di accrescere le occasioni relazionali, un’esigenza avvertita soprattutto dai più giovani, che hanno patito in modo drammatico le restrizioni del lungo periodo pandemico”.