Come disposto da un’ordinanza della Cassazione il primo dei non eletti di Fratelli d’Italia è subentrato in surroga dell’assessore Quintino Pallante


CAMPOBASSO. Filoteo Di Sandro entra in Consiglio regionale, in surroga dell’assessore Quintino Pallante, come disposto con ordinanza della Corte di Cassazione. E subito lancia il suo j’accuse al governatore Donato Toma.

“Lasciatemi esprimere la mia soddisfazione e il mio orgoglio per essere tornato in Consiglio regionale dopo dieci anni – le parole di Di Sandro – si tratta di una rivincita morale e politica contro chi ha fatto dell’odio, della gelosia, dell’invidia unico obiettivo politico della sua attività. Oggi avrei preferito ringraziare qualche collega di partito, il governatore, la maggioranza che si è presentata con me agli elettori nel 2018. Ma oggi sono qui solo per il pronunciamento della Cassazione”.

Subito dopo il duro attacco a Toma. “Come presidente della Regione e come capo di questa maggioranza consiliare – ha rincarato la dose Di Sandro – lei ha la responsabilità politica di un’idea ben perseguita in maniera lucida, finalizzata ad estromettere quattro consiglieri, anche per evitare il mio ingresso in aula. Credo che nel 2018 il centrodestra abbia commesso un errore, quello di scegliere per la guida della Regione una persona della cosiddetta società civile, un ruolo che doveva essere gestito da esponenti di partito. Lei ha perso l’occasione di risollevare sorti della nostra regione, che doveva essere guidata in maniera lucida e lungimirante. Ed ha perso l’occasione di essere il leader del centrodestra, facendo diventare questa maggioranza una sua maggioranza”.

Per finire l’annuncio sulla sua collocazione politica. “Io sono uomo di partito – ha concluso Di Sandro – e non sarà un sassolino nella scarpa a condizionare la linea di Fratelli d’Italia in questo Consiglio”.

L’ingresso di Di Sandro in aula dopo il voto sulla presa d’atto dell’ordinanza della Cassazione, con 11 voti favorevoli, l’astensione del governatore Toma e del gruppo del M5s, con gli assessori Pallante e Cavaliere fuori dall’aula, così come Vincenzo Niro, che ieri si è dimesso da assessore tornando a fare il consigliere regionale. E bloccando di fatto il ritorno in Consiglio regionale di Antonio Tedeschi, primo dei non eletti dei Popolari per l’Italia. Come previsto sempre dalla Cassazione.

Carmen Sepede