Antonio Tedeschi insieme ai legali Massimo Romano, Giuseppe Ruta e Margherita Zezza

Il commento dei legali alla sentenza della Cassazione: “Le regole democratiche non si toccano”


CAMPOBASSO. La nuova legge elettorale, che prevedeva l’eliminazione dell’istituto della surroga (che permetteva ai primi dei non eletti di entrare in Consiglio al posto degli assessori) non poteva essere applicata in corso d’opera. Lo ha sancito la Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso del consigliere regionale Antonio Tedeschi, che nell’aprile del 2020 venne estromesso dai banchi di Palazzo D’Aimmo, per effetto di tale provvedimento. E questo vuole dire che, in sostanza,  Tedeschi dovrà essere reintegrato e, poichè ad avviso della Suprema Corte, non è mai decaduto, sue saranno anche tutte le spettanze arretrate, fin dal giorno del suo allontanamento dal Consiglio.

“Giustizia è fatta, le regole democratiche non si toccano. La Corte di Cassazione, che ha ribaltato le sentenza del Tribunale e della Corte di Appello Civile di Campobasso e accolto il nostro ricorso – spiega l’avvocato Massimo Romano, legale di Tedeschi insieme ai colleghi Giuseppe Ruta e Margherita Zezza –  ha accertato il il diritto di Antonio Tedeschi a ricoprire la carica di consigliere regionale a far data dalla nomina di Vincenzo Niro ad assessore”.

“…In caso contrario – si legge infatti nella sentenza –  il rischio è che, con il ‘senno del poi’, un’assemblea legislativa provveda, a candidati eletti e cariche ricoperte nominatim, a modificare le ‘regole del gioco’ che disciplinano la condizione dei componenti eletti, la loro ammissione, esclusione o sospensione dall’assemblea medesima, con il rischio non tollerabile in uno Stato di diritto di alterare ex post, secundum eventum, la composizione della stessa”.  

Ma ora cosa succede? “Presenteremo comunicazione al Consiglio – ha spiegato Romano – diffidandolo a dare esecuzione alla sentenza, sia per quel che concerne l’esercizio del mandato elettorale, sia per ciò che riguarda l’aspetto patrimoniale”.