Il consigliere di FdI: “Sulla sanità il commissario è fuori controllo, impensabile votare a fine giugno”


CAMPOBASSO. “Oltre alla sanità la Regione è ferma sotto tutti i punti di vista, in una fase invece in cui in tutta Italia si lavora sui progetti del Pnrr”.

Queste le parole del consigliere regionale di Fratelli d’Italia ed ex presidente delle Regione Michele Iorio nel corso dell’incontro con la stampa di questa mattina a Palazzo D’Aimmo.

“Invece assistiamo a delle conferenze stampa del presidente e commissario ad acta alla sanità Toma che sono allucinanti. Andiamo verso la chiusura della Radioterapia in Molise e non abbiamo difeso la legge che il consiglio regionale ha approvato per riorganizzare il sistema sanitario”.

Iorio si riferisce all’illegittimità sancita dalla Corte Costituzionale della legge regionale, voluta dallo stesso Iorio e votata dalle consigliere Romagnuolo e Calenda, oltre che dalla minoranza di Palazzo D’Aimmo, approvata il 23 giugno scorso sull’organizzazione della rete ospedaliera e di emergenza, contenente le linee guida. La legge prevedeva il Cardarelli di Campobasso come Dea di secondo livello integrato con il Gemelli Molise ed hub regionale; il San Timoteo di Termoli e il Veneziale di Isernia centri spoke (presidi ospedalieri territoriali); il Caracciolo di Agnone sarebbe stato un presidio di zona disagiata; il Santissimo Rosario di Venafro e il Vietri di Larino infine avrebbero continuato a garantire il primo soccorso, la medicina per lungodegenza e la riabilitazione ospedaliera.  

“Il commissario alla sanità evita di mantenere i propri impegni e di confrontarsi con il consiglio prima di approvare il nuovo Pos. C’è un grande conflitto d’interessi in questi comportamenti – ha affermato Iorio – perché si può anche sottacere sul conflitto d’interessi di un commissario alla sanità che è anche presidente di Regione, ma non è possibile uno sdoppiamento di personalità. Io da commissario non ho mai firmato un atto che potesse ledere l’interesse dei cittadini, soprattutto per le emergenze”.

“Un documento dove si dice ai cittadini molisani che, in caso di emergenza grave, dovranno andare a curarsi fuori regione. Questo atto è contenuto nell’ultimo Piano operativo sanitario che Toma avrebbe mandato a Roma ma che ancora non discute con il consiglio regionale. L’emergenza deve essere garantita – ha sottolineato il consigliere regionale di Fratelli d’Italia – Abbiamo due strutture, Neuromed e Gemelli che ci consentono di avere prestazioni di altissima qualità proprio nelle attività che la Regione non riesce a garantire”.

“Per non parlare della gestione scandalosa della Radioterapia, non c’è una regione in Italia che utilizza le stesse procedure. Da nessuna parte le prescrizioni della radioterapia non vengono fatte dai radioterapisti ma da altri medici, che sono costretti dalla struttura a firmare atti di pazienti che non conoscono e che non hanno visitato. I molisani non possono subire questo da parte di un presidente della Regione e commissario alla sanità fuori controllo”.

Sul commissariamento regionale della sanità Iorio ha poi voluto ricordare le parole della stessa Corte Costituzionale, secondo la quale “vi è un’anomalia nel commissariamento, che si protrae da oltre 13 anni (24 luglio 2009), senza che gli obiettivi per cui è stato predisposto siano stati raggiunti, con tutte le ripercussioni che esso determina sulla forma del governo regionale, sui livelli essenziali delle prestazioni sanitarie e sull’equilibrio finanziario della sanità”.  

Spazio infine alle prossime elezioni regionali. “Il 9 marzo cesserà la nostra funzione, Consiglio e Giunta resteranno in piedi solo per l’ordinaria amministrazione. Fino al 25 giugno (giorno che il presidente Toma avrebbe designato per il voto) dovremmo stare in attesa delle elezioni senza poter fare nulla, mentre in tutto il Paese si sta lavorando per le riforme e i progetti strutturali del Pnrr. Eppure – ha chiosato Michele Iorio – ho sentito ieri il presidente, con una nota di autorità e non autorevolezza, dire che si voterà comunque il 25 giugno. Spero che il governo lo faccia tacere e faccia un decreto per anticipare le elezioni, mi auguro insieme al Friuli Venezia Giulia che è una regione seria e che voterà nei primi giorni di aprile. Arrivare a giugno non è accettabile e comprensibile”.