L’ex presidente della Regione e altri 11 imputati assolti perché il fatto non sussiste; non luogo a procedere per prescrizione per tutti gli altri. Dodici anni di reclusione per l’ex editore della ‘Gazzetta del Molise’ e quattro per l’ex direttore Asrem


CAMPOBASSO. Michele Iorio assolto dopo sei lunghi anni di battaglia giudiziaria.

Finisce oggi il processo per il cosiddetto ‘Sistema Iorio’, fondato su un presunto intreccio di interessi tra politica, editoria, concorsi pubblici alla Protezione Civile e altro e che vedeva sedici imputati a vario titolo per reati diversi, tra cui corruzione, concussione, abuso d’ufficio, peculato, falsità materiale e ideologica, estorsione, violenza privata, ricettazione, bancarotta.

Due di essi, Ignazio Annunziata e Angelo Percopo, sono stati condannati; gli altri 14 assolti o prosciolti per prescrizione.

La sentenza, emessa alle 14.30 dal collegio giudicante del tribunale di Campobasso, presieduto dal dottor Salvatore Casiello, con Gian Piero Scarlato e Roberta D’Onofrio a latere, ha stabilito una condanna a 12 anni di reclusione per Ignazio Annunziata, ex editore del quotidiano free press ‘La Gazzetta del Molise’ e a 4 anni per Angelo Percopo (assistito dall’avvocato Giuseppe Fazio), ex direttore generale dell’Asrem. Per entrambi anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

A carico di Annunziata anche l’inabilitazione all‘esercizio di un’impresa commerciale e l’incapacità a esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa per la durata di 6 anni; la confisca della somma di 14.840.00 euro (valida anche per Percopo), ovvero, qualora non fosse possibile, la confisca di beni di cui essi abbiano la disponibilita per un valore corrispondente a tale profitto. Per entrambi gli imputati, inoltre, la condanna a risarcire i danni cagionati all’Associazione Nazionale per la Lotta contro le lllegalita e le Mafie ‘Antonino Caponnetto‘ (difesa dal legale Roberto D’Aloisio), in persona del legale rappresentante pro tempore, rinviandone l’integrale determinazione in separata sede, nonché a rifondere le spese processuali sostenute dalla medesima parte civile e che si liquidano in complessivi 2.880 euro, oltre Iva e Cassa e rimborso forfettario del 15 per cento.

Assolti invece perché il fatto non sussiste Michele Iorio; l’ex dirigente regionale Giuseppe Giarrusso, oggi alla guida dell’Area Tecnica del Comune di Campobasso; Giorgio Marone, già direttore di Molise Acque; Rosario Cardile, esponente di Forza Italia Isernia; l’avvocato isernino Desio Notardonato; il dirigente regionale Michele Colavita (assistito dall’avvocato Mariano Prencipe); Nicolino Sacchi, Antonio Epifanio, Stefano Epifanio, Giuseppe Marchese, Francesco Pettinicchio, Anna Totaro.

Assolti perché il fatto non sussiste per sei capi d’imputazione lo stesso Annunziata e, per un solo capo d’accusa, anche Percopo.

Non luogo a procedere per Iorio, per la direttrice di Telemolise Manuela Petescia (entrambi assistiti dallo Studio Messere di Campobasso) e per l’editore della nota tv privata Quintino Pallante per vari capi d’imputazione, previa derubricazione degli stessi nei reati di abuso d’ufficio continuato in concorso perché estinti per prescrizione. Prescrizione per sette reati anche per Annunziata.

Infine, non sussistente l’illecito amministrativo contestato alle due società Telemolise e European Broadcasting Company, per ciascuna delle quali il pubblico ministero aveva chiesto una sanzione pecuniaria di 150mila euro.

Il processo andava avanti dal 2016 e all’interno erano confluite vicende diverse che hanno come legame la figura dell’ex presidente della Regione. L’inchiesta fu portata avanti dall’ex procuratore capo della Repubblica presso il tribunale di Campobasso Armando D’Alterio. Il sostituto procuratore Francesco Santosuosso, il 21 aprile dell’anno scorso, aveva chiesto condanne per 69 anni in tutto, per i 16 imputati.

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