Riunione a Campobasso alla presenza del presidente nazionale Lusetti che ha confermato la diffusa carenza nella capacità di progettare. Sotto la lente le criticità in Molise


CAMPOBASSO. Il Pnrr rappresenta una grande opportunità, ma è necessario cambiare il modo di lavorare. Questo quanto emerso durante l’incontro che Legacoop Molise ha organizzato a Campobasso con sindaci e tecnici. Presenti numerosi esponenti Legacoop, compreso il presidente nazionale Mauro Lusetti.

Lusetti ha chiuso la sessione mattutina durante la quale Chiara Iosue, presidente Legacoop Molise, seguita da sindaci e rappresentanti di cooperative locali, ha esposto i disagi delle aree interne del Molise. Difficoltà nel reperire risorse umane e materiali, nel rientrare in grandi percorsi di sviluppo, nell’intercettare bandi e progettare quanto necessario.

“Condividiamo oggi i problemi esposti con qualche miliardo di persone nel mondo – ha dichiarato Lusetti – Problemi aggravati dal cambiamento climatico con conseguenze che temiamo devastanti. Le aree interne devono essere portate al centro dei nostri sforzi, valorizzate, ma valutando con accuratezza la portata e la riuscita degli investimenti”.

Lusetti ha confermato la diffusa carenza di capacità progettuale, soprattutto nel Sud che per questo rimane fuori dai flussi finanziari. Ma alcuni spiragli ci sono e vanno colti al meglio, come la tendenza delle popolazioni ad allontanarsi dagli agglomerati urbani e la tecnologia avanzata che ha accorciato le distanze.

“Il Pnrr è un’occasione storica per il nostro paese – ha aggiunto il presidente nazionale – Non per i soldi, ma perché per averli dovremo fare le riforme. Se saremo bravi avremo grandi possibilità di cambiamento: i fondi in parte li spenderemo e in parte andranno a Bruxelles, ma le riforme no, quelle rimarranno. E allora occorrerà un approccio collaborativo da parte dei cittadini, perché le riforme andranno condivise altrimenti i servizi non potranno durare nel tempo. E’ infondo il presupposto che noi ripetiamo sempre: non esiste cooperativa che non sia espressione vera dei soci, che non li rappresenti tutti e che metta sul tavolo uno scambio mutualistico serio”.