Da domani il pastificio della famiglia Ferro non potrà garantire l’entrata e uscita dei mezzi dallo stabilimento vista l’alta adesione degli autotrasportatori alla protesta contro il caro carburante


CAMPOBASSO. Si allarga a macchia d’olio la protesta degli autotrasportatori contro il caro carburante. Dalla Sicilia, dove il blocco partito, oggi strade bloccate anche in Molise, al confine con la Puglia, lungo la Statale 16. E le prime conseguenze non tardano ad arrivare: come riporta Il Corriere della Sera, il pastificio ‘La Molisana’ da domani ferma la produzione.

 “I nostri camionisti — ha spiegato l’amministratore delegato Giuseppe Ferro — non possono uscire dallo stabilimento perché verrebbero fermati dai loro colleghi che stanno bloccando strade e autostrade a partire dalla Puglia. Non potendo portare la semola dal mulino allo stabilimento e la pasta dallo stabilimento ai distributori, abbiamo deciso di bloccare la produzione da domani. E penso che non saremo l’unica azienda a farlo”. Anche perché, è il timore dell’azienda, l’adesione a questo tipo di proteste tende fisiologicamente ad essere massiccia, con enormi difficoltà per i mezzi a entrare e uscire dallo stabilimento.

Insomma, il rischio concreto, di fronte al persistente immobilismo del Governo Draghi, è di trovare gli scaffali dei supermercati vuoti. La tensione in queste ore sale alle stelle con le manifestazioni e i blocchi che si moltiplicano e il malcontento che dilaga. La possibilità di veder bloccati i rifornimenti alimentari in molte zone del Paese è dunque molto concreta. L’impennata di gasolio e benzina è arrivata a livelli che spesso non rendono più possibile agli autotrasportatori proprietari di uno o più mezzi di poter reggere economicamente. Molti infatti rischiano di lavorare senza guadagnare o addirittura in perdita e, come riferisce FanPage, hanno inscenato proteste in diverse regioni e città bloccando anche gli altri colleghi, che sono impossibilitati quindi a garantire il servizio.

I rincari hanno toccato punte anche del 25 per cento in un anno, su un pieno di carburante. A risentirne profondamente, quindi, è l’intera filiera della produzione, visto che in Italia l’80 per cento della merce viaggia su gomma.

Da due giorni l’epicentro della protesta è la Puglia: da lì, stamani, i camion sono giunti fino alla rotatoria di Campomarino lido, dove poi hanno fatto marcia indietro per tornare a Foggia. Molte aziende pugliesi hanno deciso di fermare i mezzi, viaggiare è diventato troppo oneroso. Tra le richieste indirizzate al governo, il calo delle accise sul gasolio, la riduzione della pressione fiscale, sconti autostradali e il riconoscimento del lavoro di autotrasportatore come usurante. La protesta minaccia di proseguire a oltranza per arrivare fino a Roma.