L’auditorium del Cosib ha ospitato questa mattina l’assemblea pubblica promossa da Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm, Fismic, Ugl e Aqcfr


TERMOLI. Riflettori accesi a Termoli sul progetto Gigafactory, dopo la decisione di ACC di rinviare tutto almeno fino alla fine dell’anno. Questa mattina l’auditorium del Cosib ha ospitato questa mattina l’assemblea pubblica promossa da Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm, Fismic, Ugl e Aqcfr.

Numerosi gli interventi nei quali si è evidenziato che quanto sta accadendo a Termoli “riflette le profonde contraddizioni di una transizione mal concepita da una politica europea incapace di accompagnare una transizione socialmente sostenibile, la incapacità dell’Italia di salvaguardare l’industria dell’auto in una fase cruciale come quella che stiamo attraversando, nonché la mancanza di chiarezza e di garanzie da parte di ACC e di Stellantis”.

Ad avviso dei sindacati i rinvio del progetto di realizzazione della fabbrica di batterie da parte di ACC rischia difatti di far naufragare un progetto essenziale non solo per Termoli ma per tutta la filiera dell’auto in Italia.

“Innanzitutto – si evidenzia nel documento redatto al termine dell’incontro – chiediamo a Stellantis di assumersi le sue responsabilità come principale socio e cliente di ACC, nonché di allocare nella attuale fabbrica di meccaniche di Termoli nuovi motori in grado di salvaguardare l’occupazione nei prossimi anni, giacché nel migliore dei casi avremo bisogno di un lasso di tempo più lungo per la conversione verso la produzione di batterie. Inoltre chiediamo al Governo di intervenire tempestivamente per evitare che ACC abbandoni l’Italia”.

Sono da salvaguardare i 350 milioni di euro stanziati per il progetto della gigafactory e sono da affrontare alcuni temi di fondo come le condizionalità e le dovute garanzie sociali e la competitività italiana a iniziare dal costo dell’energia. “Siamo in una fase decisiva delle ricollocazioni produttive – evidenziano i sindacati – anche a causa delle drammatiche vicende che stanno sconvolgendo il quadro internazionale, e dunque l’italia deve giocare ad armi pari con le altre potenze industriali”.

Poi riguardo all’incontro di settembre al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, i sindacati si sono detti pronti sia a negoziare sia a mobilitarci “perché siamo consapevoli che la partita che stiamo giocando non è solo sindacale anche politica, una partita decisiva per il futuro di Termoli, dell’automotive e dell’Italia”.

Tra gli interventi anche quello della consigliera regionale del Pd Micaeala Fanelli, che ha condiviso in pieno le richieste dei sindacati. “È giusto – ha detto – ridurre i costi dell’energia per le aziende. Inoltre, l’aliquota regionale del gas per uso industriale in Molise è particolarmente vantaggiosa per gli impianti industriali ad alto consumo energetico. Questo rappresenta un fattore di attrattività che dovrebbe essere ulteriormente valorizzato”.