Le parole del centrocampista rossoblù, in rete con la Cavese, che racconta l’anno della promozione e annuncia come si sta preparando la squadra per l’ultima gara in programma


CAMPOBASSO. Calcio, Campobasso vola in finale di Poule Scudetto, il 16 giugno l’appuntamento con la storia per il tricolore. Al termine della gara contro la Cavese l’analisi del centrocampista Alessio De Cerchio, autore del primo gol rossoblù.

“Fin dal primo giorno – le parole di De Cerchio – sapevamo di dover arrivare a disputare questa Poule Scudetto e di farla al meglio. Poi quando stai bene in una città, quando stai bene in un gruppo, non vuoi mai lasciare l’ambiente in cui ti trovi, è sempre un piacere vivere lo spogliatoio, stare h24 con i ragazzi e vivere quello che c’è qui. Chiaro che la mente è un po’ più sgombra perché l’obiettivo era vincere questo campionato, fisicamente sei un po’ stanco però il gruppo regna anche su questo e questi giorni stanno davvero volando. E’ sempre bello stare insieme poi quando escono anche questo tipo di prestazioni. Se sono stanco? Sì, ma con i miei compagni e con questa società andrei avanti anche un altro mese”.

“La Cavese ha sofferto il nostro dinamismo – il commento sulla partita – le palle filtranti, perché erano abbastanza larghi e mister Piccirilli ha preparato questi 180 minuti veramente bene ed è stata la nostra forza, siamo 25 giocatori forti, chi gioca gioca farà sempre la sua partita. Peccato per il risultato, perché era la nostra ultima gara davanti ai nostri tifosi e volevamo regalare loro una vittoria ma sono sicuro che capiranno. Volevamo far bene, il margine dei gol era comunque ampio ma loro ti hanno fatto gol subito quindi la partita poteva incanalarsi diversamente, siamo stati bravi a reggere e a portare a casa il risultato“.

“Di questa esperienza – ha aggiunto De Cerchio – mi porterò sempre dentro l’abbraccio di tutti a centrocampo, convocati e non convocati, dopo la partita di Notaresco e le parole nello spogliatoio prima della gara contro il Riccione dove venivamo da tre pareggi e dove c’era l’Aquila che incombeva e si faceva avanti. Ti dico la verità, potevi parlare con chiunque di noi, ti avremmo risposto tutti allo stesso modo: sapevamo di poter portare la nostra missione a termine, ma perché dipendeva da noi. Chi mi ha impressionato di più? I compagni che hanno giocato meno, perché ogni settimana si allenavano al 300%, hanno permesso a chi giocava di più di allenarsi al massimo. Abbiamo vinto il campionato grazie al gruppo“.

Sulla finale col Trapani. “Se dobbiamo ballare, balliamo bene, come abbiamo ballato a Cava. La città di Campobasso lo merita perché ci è sempre stata vicino, ci ha sempre sostenuto con rispetto ed umiltà, ci hanno sempre seguiti durante le partite, in città, in piazza, ovunque. Ci hanno fatto sentire a casa. Li ringrazieremo per sempre“.