“Da una parte c’è l’inadeguatezza delle aziende del Tpl regionale, dall’altra l’assenza delle istituzioni”


CAMPOBASSO. “Si è finalmente conclusa nel migliore dei modi la diatriba che va avanti da anni tra le organizzazioni sindacali e l’azienda ATM, per la mancata applicazione di una norma comunitaria di sicurezza stradale”.

Queste le parole congiunte delle segreterie regionali della Filt-Cgil, Fit-Cisl, Ugl Autoferro e Faisa Cisal.

“Dopo che, per anni, tale normativa (efficace dal 1985) non era mai stata applicata in Regione e che solo dal 2009, dopo insistenze e contenziosi era andata in applicazione, inaspettatamente e nonostante il testo fosse chiaro, infatti la parte del regolamento da noi evidenziata non è mai stata contestata, a causa di una sentenza che ha ‘inventato’ che le fermate interrompono il percorso, l’ATM ha fatto un passo indietro e ‘abrogato’ la normativa europea”.

“Nell’incontro, tenutosi ieri mattina giovedì 6 giugno, l’azienda ATM ha comunicato la volontà di voler ripristinare la regolarità dei riposi (Reg. EU 561/2006) sui turni in cui erano stati soppressi dal 2021. A parte alcuni aspetti bizzarri, quale quello di voler dare una definizione del percorso necessario perché si applichi il regolamento CE 561/06, in quanto la sentenza della Corte di Giustizia Europea, non solo è chiara, ma ha anche ampliato l’ambito di applicazione della normativa, siamo soddisfatti del fatto che un’azienda ha finalmente deciso che non era il caso d’insistere nell’errore”.

“Che dire della vicenda? Non possiamo che ribadire quello che abbiamo sempre sostenuto, da una parte c’è l’inadeguatezza delle aziende del TPL regionale, dall’altra, aspetto ancora più grave, l’assenza delle istituzioni e, in particolare, della Regione, alle quali abbiamo, nel corso degli anni, sempre segnalato questa grave omissione, senza ottenere alcun risultato”.

“I soli risultati ottenuti da alcuni lavoratori sono scaturiti esclusivamente dalle decisioni dei giudici, cui hanno dovuto far ricorso. Eppure, nonostante ciò, pur contenti della scelta responsabile dell’ATM, è raro vedere qualcuno che ammette l’errore, non possiamo eludere il fatto che ci sono molte altre aziende che ancora sono inadempienti in materia, e che ci sono stati lavoratori della SATI che, a questo punto, con evidente ingiustizia, non solo non sono stati risarciti dei mancati riposi, ma hanno dovuto sostenere ingenti spese per la condanna. Considerando che la materia riguarda la sicurezza, a quando l’intervento delle istituzioni Regione, Polizia ed Ispettorato lavoro?” hanno chiosato le sigle sindacali.