Il gup del Tribunale di Isernia ha affidato l’incarico al perito Teofilo Carmine Golia che ha chiesto 70 giorni di tempo per consegnare i risultati. Bisogna stabilire se la donna era in grado di intendere e volere quando ha ucciso il marito Carlo Giancola


ISERNIA. Settanta giorni per stabilire se Irma Forte era capace di intendere e volere quando, la notte della vigilia di Natale del 2022, uccise il marito Carlo Giancola nella loro casa di Santa Maria del Molise.

È il tempo chiesto dallo psichiatra Teofilo Carmine Golia, il perito nominato dal gup del Tribunale di Isernia per stilare la perizia psichiatrica. Ieri mattina il giuramento e i risultati saranno consegnati a settembre. La nuova udienza è stata infatti fissata per martedì 17.

Come noto, il giudice ha accolto la richiesta dei legali della donna, gli avvocati Giuseppe De Rubertis e Demetrio Rivellino. Che come consulente della difesa hanno nominato il dottor Vincenzo Vecchione.

Rea confessa per quel delitto, la 67enne è chiamata a rispondere di omicidio volontario aggravato dal vincolo coniugale. La donna, durante l’udienza di convalida del fermo, confessò le sue responsabilità al gip del Tribunale pentro. Parlò di una situazione complessa e conflittuale con il marito che andava avanti da decenni.

Un’indagine minuziosa quella portata avanti dai carabinieri, per definire i contorni del delitto. Nel corso degli accertamenti è emerso, tra l’altro, che i colpi sono compatibili con una spranga o un attrezzo simile.

Gli investigatori ritengono che la donna abbia utilizzato un pezzo di legna da ardere per colpire il marito.

Il procedimento – come noto – si trova ora nella fase di udienza preliminare, al termine della quale il gup dovrà decidere se rinviare a giudizio la donna. E naturalmente la perizia gioca un ruolo determinante in tal senso.