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Partecipazione e commozione alla Processione del Venerdì Santo. Le note del ‘Teco vorrei’ per ricordare la passione di Gesù (FOTO E VIDEO)

Il corteo religioso guidato per la prima volta dal nuovo Vescovo Biagio Colaianni, che ha impartito la benedizione davanti al carcere di via Cavour. Partenza e arrivo nella chiesa di Santa Maria della Croce


CAMPOBASSO. La partecipazione è quella di sempre. La commozione anche. Scandita dalle struggenti note del ‘Teco Vorrei’, che il coro è tornato a intonare questa sera, nel giorno del Venerdì Santo, durante la Processione del Cristo Morto e della Madonna Addolorata.

Migliaia di fedeli in fila, con le autorità civili e religiose, decine di migliaia di cittadini sui balconi o assiepati ai lati delle strade per assistere al passaggio del corteo, il momento più sentito della spiritualità a Campobasso. La suggestione nel centro storico, l’imponenza dell’evento nella zona murattiana.

La processione, la prima per il nuovo Arcivescovo di Campobasso-Bojano Biagio Colaianni, è partita alle 18 dalla chiesa di Santa Maria della Croce, ieri sera affollata di fedeli per il rito dei ‘Sepolcri’.

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Subito nelle strade della città si è avvertito l’eco del canto eseguito per tutto il percorso, dai 100 musicisti e dai 700 componenti del coro dell’Addolorata, tutti vestiti di nero, divisi a seconda delle voci, davanti i tenori e i soprani, dietro i bassi e i contralti. Le donne col capo velato. A dirigerli il maestro Antonio Colasurdo.

Tra gli sguardi commossi dei fedeli si sono alzate le note dell’inno, musicato dal maestro campobassano Michele De Nigris, su versi di Pietro Metastasio: ‘Teco vorrei o Signore, oggi portar la croce, nella tua doglia atroce io ti vorrei seguire. Ma sono infermo e lasso, donami tu coraggio, acciò nel mesto viaggio non m’abbia da smarrire, acciò nel mesto viaggio non m’abbia da smarrire’.

Un canto che tutti i campobassani conoscono e che per gli storici rappresenta l’evoluzione del ‘Lamento della Madonna Santissima’, che Crociati e Trinitari, i rappresentanti delle antiche confraternite che guidavano la città, recitavano nella Campobasso dei secoli scorsi. La processione, istituita ufficialmente nel 1626, all’epoca era chiamata ‘Il Mortorio’. Una tradizione che è poi cambiata nel tempo, fino ad assumere la connotazione attuale. Un grande momento per la città di Campobasso.

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Ad assistere al passaggio della Processione tantissimi fedeli provenienti da tutto il Molise, ma anche da fuori regione, arrivati in città per le feste di Pasqua. Affollato il corso cittadino e via Cavour, davanti al carcere, dove la processione si ferma per la preghiera del detenuto. Un appello accorato alla Madonna, un invito a proteggere chi deve espiare le pene per i reati commessi, seguito dalla benedizione del Vescovo Colaianni. E dalle sue parole di consolazione per chi soffre.

Quindi il rientro in chiesa, a Santa Maria della Croce. La casa del Cristo Morto e della Madonna Addolorata. Dove il coro esegue l’ultimo canto. Quello più commovente.

Carmen Sepede

Carmen

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