Cittadini stretti nella fede per rivivere e meditare sul mistero della Pasqua


ISERNIA. Ci siamo: un rito antico che si rinnova. Il Venerdì Santo a Isernia si tinge di mistero e commozione con la processione del Cristo Morto e degli Incappucciati. Un evento che affonda le sue radici in un passato lontano e che coinvolge l’intera città in un’atmosfera di profonda spiritualità.

Il corteo religioso è tornato a snodarsi lungo corso Marcelli, piazza Celestino V, piazza Carducci, via d’Apollonio, via Kennedy, via Sturzo, via De Gasperi, corso Garibaldi, via Petrarca, via XXIV Maggio, via Enrico d’Isernia, piazza Tedeschi, via Ponzio, via Lorusso, piazza Carducci, piazza Celestino V, via Marcelli, via Occidentale, via d’Apollonio, rampa Purgatorio, via Marcelli, terminando poi in piazza Andrea d’Isernia, davanti alla Cattedrale, per la benedizione finale del vescovo Cibotti.

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Durante il cammino dei fedeli il tempo è sembrato sospeso e il silenzio rotto solo dai canti funebri e dalle preghiere, creando un’atmosfera di intensa partecipazione.

I penitenti, vestiti con abiti bianchi e cappucci che coprono il volto, hanno portato come di consueto a spalla le statue della Mater Dolorosa e del Cristo Morto. Ad accompagnare la processione anche da altri simboli della Passione, come le Croci della Via Crucis e i busti degli Ecce Homo. Ad aprire il corteo, uscito come sempre appena dopo le 20 dalla Chiesa di Santa Chiara, le ‘storiche’ confraternite ((Santa Maria del Suffragio, Sant’Antonio, Santissimo Rosario, Santissimo Sacramento e La Fraterna), seguite dai gruppi dell’Unitalsi e dell’Agesci, dalla banda musicale, dal coro, dal clero e quindi dalle autorità civili.

Un momento di fede e tradizione: la processione del Venerdì Santo a Isernia è un momento di grande riflessione e raccoglimento per i cittadini. Un’occasione per rivivere gli ultimi istanti della vita di Gesù Cristo e per meditare sul mistero della Pasqua.

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