ISERNIA. Si terrà sabato 6 aprile, presso l’Auditorium Unità d’Italia, il concerto dei 24 Grana. La Band campana vide i suoi esordi nel 1995. Gli anni ’90 l’ Italia era attraversata da un grande fermento culturale accompagnato da un grande fermento musicale che vedevano nel dub e nelle posse la loro massima espressione.
Nei 25 anni di storia musicale i 24 Grana non si sono fatti mancare niente: tournèè italiane e in giro per il ondo tra cui Svizzera, Spagna, Francia e
Tokyo. Nel loro percorso artistico hanno intrapreso numerose collaborazioni con noti artisti e produttori italiani tra cui Daniele Sinigallia , Filippo Gatti, Riccardo Sinigallia e Marina Rei.
Il loro primo album risale al 1996, quando, con la casa editrice musicale “” La Canzonetta”, esce il loro primo disco, 24 Grana, un EPcontenente quattro brani.
Dal 1996 fino al 2013 i 24 Grana hanno fatto parte di quella scena musicale indipendente che è stata in grado di fondere il suono reggae, dub e rock con la tradizione della lingua napoletana prima, ed italiana poi. A conferma di ciò c’è proprio l’origine del loro nome, nome derivante da una moneta del regno di Ferdinando I D’Aragona , una moneta povera, a sottolineare tanto il legame con la tradizione artistica partenopea quanto la vicinanza a una cultura che al denaro dà poco valore.
Nell’edizione 2008 del Meeting delle Etichette Indipendenti vincono il Premio PIMI come miglior gruppo e il Premio come rivelazione indie rock per l’album “Ghostwriters”.
L’attivismo con cui i 24 Grana hanno trattato temi politici, sociali e di mala vita è unico nel suo genere e nonostante gli anni novanta fossero contrassegnati dall’omertà anche artistica, il loro suono si è sempre schierato dalla parte dei più deboli.
Dopo il 2013, anno della loro separazione ufficiale, Francesco Di Bella, frontman del gruppo, ha portato avanti molti progetti da solista ma, per fortuna di tutti gli amanti della Musica con la emme maiuscola, i 24 Grana nel 2020 sono tornati a riunirsi ed il 6 marzo dello stesso anno è uscito un nuvo album, “A
raccolta”, quasi una chiamata alle armi, ma quelle armi non sono di distruzione ma di di aggregazione, quelle armi sono i loro strumenti e la loro voce.
Il concerto è organizzato dallo staff del Roof Club.
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