POLITICA & ATTUALITA'

Congedo di paternità: PD e conferenza regionale delle donne dem presentano una mozione per estenderlo

Alessandra Salvatore e Manuela Vigilante: “Cultura stereotipata e modello sociale al maschile che ancora oggi scarica gran parte della responsabilità”


CAMPOBASSO. Il gruppo regionale del Partito Democratico, con prima firmataria Alessandra Salvatore, di concerto con la Conferenza regionale delle donne democratiche,  sulla scia di quanto fatto dalla portavoce nazionale Roberta Mori in Emilia Romagna,  ha presentato nel giorno della festa del papà una mozione con cui si rilancia la proposta di estendere il periodo di congedo di paternità obbligatorio, “in linea con i Paesi più avanzati e soprattutto con l’esigenza sociale di riequilibrare il lavoro di cura  verso una effettiva condivisione delle responsabilità di cura e genitoriali tra uomini e donne”.  

“Il decreto legislativo n. 105 del 2022, entrato in vigore lo scorso 13 agosto 2022, ha reso strutturale il congedo di paternità obbligatorio per i lavoratori dipendenti (nel pubblico e nel privato), della durata di 10 giorni, da utilizzare nei due mesi precedenti la data presunta del parto ed entro i cinque mesi successivi, retribuiti al 100% a carico dell’Inps; la legge 7 aprile 2022, n. 32 ha delegato il governo a prevedere un periodo di congedo obbligatorio per il padre lavoratore di durata significativamente superiore a quella prevista dalla norma citata, favorendo inoltre l’estensione della misura anche ai lavoratori autonomi e professionisti”.

“Il termine per l’esercizio della delega, fissato in 24 mesi dalla data della sua entrata in vigore, si esaurirà poco dopo la prima decade del mese di maggio 2024”.

“La Ministra Calderone, rispondendo ad un’interrogazione a risposta immediata presentata alla Camera dal PD, non ha neppure accennato al congedo parentale obbligatorio per i padri e tantomeno alla possibilità di estenderne il periodo” hanno evidenziato Alessandra Salvatore e Manuela Vigilante.

“Il congedo di paternità è uno strumento ancora poco utilizzato nel nostro Paese (nel 2021 i padri lavoratori italiani rappresentavano appena il 21% del totale dei fruitori di congedi parentali per una durata media di 25 giorni a fronte dei 62 giorni delle madri) e l’obbligatorietà dei 10 giorni di congedo, sebbene prevista dal punto di vista formale, non prevede reali vincoli o sanzioni a carico dei padri per il loro mancato utilizzo”.

“Dallo squilibrio di genere del lavoro di cura non retribuito e dall’assenza di misure compensative di condivisione uomo-donna capaci di incidere nelle scelte di vita, derivano una serie di conseguenze che perpetuano disparità sotto gli occhi di tutti, a cominciare da un’occupazione femminile ferma al 51% dove si concentra il ricorso al part-time, condizioni più gravose e impoverenti le donne, la sottrazione di autonomia, tempo e opportunità per il lavoro retribuito, la carriera e qualsivoglia equa partecipazione alla vita sociale, economica, civica, culturale, politica”.

“Tale squilibrio persistente è frutto di un’altrettanto persistente cultura stereotipata e di un modello sociale al maschile che ancora oggi scarica gran parte della responsabilità di cura e genitoriale sulle donne, attribuendo loro una funzione di fatto, non certo di diritto, di sostanziale supplenza al welfare pubblico e universalistico”.

“Ricerche ed esperienze internazionali evidenziano che il congedo di paternità obbligatorio, paritario a quello di maternità e dunque universale, rappresenta una delle misure più efficaci per cambiare mentalità e comportamenti ed arrivare a ridurre tutte le diseguaglianze e gap di genere, nel mercato del lavoro, all’interno delle famiglie e, in generale, nella società”.

“Ci auguriamo che il consiglio regionale unanimemente e trasversalmente si faccia carico di una questione che ci riguarda tutti, donne e uomini”.

Enrico Fazio

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