CULTURA & SPETTACOLI

Agnone si ferma a un passo dal sogno: è L’Aquila la Capitale della Cultura 2026

Questa mattina a Roma la cerimonia di proclamazione della città vincitrice


AGNONE. Il Molise ci ha sperato tanto e fino alla fine sostenendo con forza Agnone, che però si è fermata a…un passo dal sogno.

Questa mattina a Roma, nella sala Spadolini, la giuria presieduta da Davide Maria Desario e composta da Virginia Lozito, Luisa Piacentini, Andrea Prencipe, Andrea Rebaglio, Daniela Tisi e Isabella Valente ha proclamato L’Aquila Capitale della Cultura Italiana 2026. Presente alla cerimonia anche il ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano.

Presenti naturalmente tutti i sindaci delle 10 località finaliste: Agnone, Alba, Gaeta, L’Aquila, Latina, Lucera, Maratea, Rimini, Treviso e Unione dei Comuni Valdichiana Senese.

A Roma, in rappresentanza di Agnone il sindaco Daniele Saia, insieme al presidente della Regione Francesco Roberti e all’assessore regionale Salvatore Micone.

Il dossier presentato dal capoluogo abruzzese ha convinto gli esperti che – all’unanimità – gli hanno assegnato l’ambito riconoscimento. Inevitabile la delusione dei molisani per un progetto – ‘Fuoco, dentro. Margine al centro’ – che passo dopo passo è riuscito ad arrivare tra i dieci finalisti. Il sogno non si è avverato ma resta il grande lavoro svolto e l’impegno per promuovere al meglio le peculiarità che rendono unico il territorio. E questa è già di per sé una grande vittoria! Un lavoro progettuale enorme che, come ribadito anche dalla giuria, ora non deve essere disperso.

LE REAZIONI. “Al capoluogo regionale abruzzese, al sindaco Pierluigi Biondi e al team che ha lavorato al progetto vincitore – il commento del presidente Francesco Roberti – vanno i complimenti e l’in bocca al lupo per l’esperienza che attenderà tutta la comunità territoriale e regionale. Da par nostra abbiamo fatto il tifo per la città di Agnone, con cui abbiamo condiviso questa esperienza, fatta di lavoro, passione, amore per la propria città e orgoglio di far parte di una regione che, come già ho avuto modo di dire, quando si unisce riesce a far cose meravigliose. ‘Agnone 2026: Fuoco dentro. Margine al centro’ è arrivato in finale ed è un progetto di qualità, entusiasmante e importante, su cui hanno lavorato tanti professionisti del nostro territorio. Proprio per questo motivo, non disperderemo questo patrimonio culturale e, ora, lavoreremo affinché quanto previsto dall’iniziativa, volto alla valorizzazione del nostro territorio e delle aree interne, possa essere portato avanti. D’altronde, anche il presidente della Giuria, nel complimentarsi con le dieci città finaliste, ha auspicato che tutti i progetti non vengano dispersi, anzi aiutati e supportati, in quanto espressione della cultura, delle tradizioni, della storia e dell’economia dei rispettivi territori. I complimenti per aver creduto in questa iniziativa, che ha fatto parlare della città di Agnone e del Molise per diverse settimane, vanno al sindaco di Agnone e Presidente della Provincia di Isernia, Daniele Saia, e a tutti coloro che hanno dato il proprio contributo al progetto. Espressione di chi lavora quotidianamente al servizio della collettività, perché orgoglioso delle proprie radici e dell’essere molisano”.

IL SINDACO DANIELE SAIA. “Ha vinto Agnone, ha vinto il Molise. Non abbiamo ottenuto il titolo di ‘Capitale Italiana della Cultura 2026’, ma abbiamo vinto perché abbiamo imparato una lezione ancora più importante: anche il margine può essere centro”. Così ha commentato sui social il sindaco di Agnone Daniele Saia. “Lo abbiamo dimostrato attraverso il grande spirito di coesione e partecipazione attorno alla candidatura dell’Atene del Sannio. Agnone è stata protagonista per mesi sulla stampa nazionale e locale, i video promozionali hanno raggiunto il record di visualizzazioni e sono stati condivisi in tutto il mondo, numerosi i turisti che hanno visitato il nostro borgo dopo l’annuncio delle 10 città finaliste. In giro per l’Italia ho parlato in continuazione del nostro centro e le risposte sono state sempre le stesse: ‘Agnone? Certo che la conosco!’. Una visibilità grandissima che si è estesa anche agli altri Comuni molisani”.

“Il Molise è stato uno abbracciando con calore le ambizioni di un piccolo borgo ricco di storia, arte e tradizioni. La definirei un’appassionata testardaggine che ha creato un senso di comunità che probabilmente non si vedeva da tempo. Da Campobasso a Isernia, da Termoli fino alle cime dell’Alto Molise. Ed è da questa prospettiva di unione e determinazione che ora bisogna ripartire. Il progetto ‘Fuoco, dentro. Margine al centro’ non finisce di certo nel tritacarte. Non disperdiamo le forze, perché ci impegneremo per realizzare le iniziative previste nel dossier. Lo faremo anche con l’appoggio della Regione e di Roma, con il sostegno confermato dal presidente Roberti e dal ministro Sangiuliano”, sottolinea Saia.

Infine, i ringraziamenti. “Grazie a chi ha lavorato affinché tutto questo fosse possibile. Professionisti preparati e attenti, le migliori energie del nostro territorio. Adesso il sogno continua con una nuova direzione, verso Agnone capitale del margine. Il margine che tutto contiene e che tutto vede, il margine che vuole raccontare storie di luoghi incontaminati e meraviglie senza tempo”, chiosa il sindaco Saia.

ANDREA DI LUCENTE. “È stato bello finché è durato. È stato estremamente importante per tutto il territorio molisano: ci abbiamo provato fino all’ultimo a strappare la nomina a Capitale della cultura. Era un’impresa titanica, a tratti utopistica, ma alla fine siamo riusciti ad arrivare ad un passo. Complimenti all’Aquila che ha ottenuto il riconoscimento, ma gli stessi complimenti vanno ad Agnone a tutto il territorio molisano. Abbiamo imparato tutti insieme come sognare e puntare in alto”. Così il vicepresidente della Regione Molise, Andrea Di Lucente, sulla fine del sogno di Agnone Capitale della Cultura. “Agnone capitale della cultura è stato un sogno. Il sogno di un territorio e di un’intera regione talmente trasversale e forte che va sostenuto in ogni modo. È stato un sogno di sviluppo del territorio. Un sogno di emancipazione. Un’affermazione di esistenza di un pezzetto di Italia (che non si limita solamente ad Agnone) che vuole dire a tutti: eccoci, siamo qui, abbiamo tanto da offrire e tanto da dare. Dietro a questa candidatura, della quale dobbiamo rendere merito a tutti coloro che ci hanno lavorato attorno, non c’è stata solo un’operazione di marketing. Agnone non è solo voglia di rilanciare il territorio attraverso gli strumenti della sostenibilità e del turismo. Non è solo una voglia di uscire da quel senso di periferia che, di anno in anno, sta sempre più stretto a tutti.
E’ stata la necessità di affermare la propria esistenza agli occhi di un’Italia che è molto distratta sui territori. Se poi alla parola territori ci aggiungi anche l’aggettivo “piccoli”, allora l’equazione è ancora più facile: non sono rilevanti, non sono degni dell’attenzione mainstream. Ed è una perdita di valore che tutta la nazione sconta inesorabilmente. È andata così, ma resta l’esperimento che tanto ha dato al Molise”.

Deborah

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