Un progetto nato per sensibilizzare le persone sulla tematica del tumore ovarico. Apertura al pubblico sino al 17 marzo


CAMPOBASSO. L’arte non è fine a se stessa ma può diventare un potente mezzo di comunicazione. Lo dimostrano le 15 fotografie realizzate da Manuela Podda, nell’ambito del progetto ‘Perché la vita’, in esposizione presso le sale del Circolo Sannitico di Campobasso, che raccontano con estrema sensibilità le storie di tante donne che convivono con la malattia e che stanno affrontando un percorso che ha cambiato radicalmente la loro vita.

“Sono ormai diversi anni che con il progetto Molise Foto proponiamo al pubblico molisano incontri e mostre in cui la fotografia diventa mezzo per innescare profonde riflessioni – le parole di Antonella Struzzolino, presidente dell’associazione Il Cavaliere di San Biase – Il conflitto israelo-palestinese, l’inquinamento, gli attentati mafiosi a Palermo, la strage di Piazza Fontana, la Shoah, l’Alzheimer, sono solo alcuni dei temi di cui ci siamo occupati. Oggi abbiamo deciso di accogliere Perché la vita di Manuela Podda, una sequenza fotografica toccante di storie di donne che, tra determinazione, speranze e condivisione, lottano contro il tumore ovarico che le ha colpite”.

‘Perché la vita’ è un progetto fotografico a lungo termine, curato da Fabio Moscatelli, ma è anche un viaggio straordinario, iniziato nel 2021 e tutt’ora in corso, che ha visto la partecipazione di molte donne, e in alcuni casi delle loro famiglie, che hanno voluto dar prova di come il dolore possa trovare uno spazio nell’anima di chi lo accetta e di come riconoscere le proprie fragilità sia un atto di estrema forza e consapevolezza.

“La diagnosi di tumore ovarico è un evento drammatico per tutta la famiglia – spiega Manuela Podda – e la società spesso lo riduce solo ad un infausto evento biologico senza dare il doveroso spazio alla sofferenza esistenziale. È vero che quando viene diagnosticata una malattia si sceglie di volerla tenere nascosta. Non è, però, il caso delle persone ritratte in questo progetto che ci insegnano invece che la vulnerabilità ci rende delle belle persone e che non c’è niente di male a mostrarsi con tutte le nostre fragilità, l’importante è non avere pregiudizi”.

Questo progetto è nato con lo scopo di sensibilizzare le persone su una tematica molto impegnativa, intima e delicata. Rispetto ad altri tumori femminili, il cancro dell’ovaio è molto meno conosciuto eppure è il più letale: ogni anno in Italia si registrano 5mila nuovi casi nell’80% dei quali viene diagnosticato quando è già in stadio avanzato e le possibilità di guarigione sono ormai scarse. Questo si verifica perché, al momento, non esistono strumenti di prevenzione (come il pap test per il tumore della cervice) né programmi di screening affidabili per la diagnosi precoce (come la mammografia per il tumore al seno).

“Il tumore ovarico non si manifesta con sintomi specifici e gli strumenti che abbiamo a disposizione, marcatori tumorali ed ecografia transvaginale, non sono sufficienti – ha spiegato il dottore Francesco Palumbo, specialista in chirurgia senologica e toracica. Ciononostante è fondamentale fare prevenzione, sottoporsi a controlli periodici e affidarsi a chirurghi specializzati”.

“La ricerca ha fatto degli importanti passi in avanti, soprattutto in termini di prevenzione secondaria – ha aggiunto la dottoressa Aida di Stefano, oncologa – che ci ha permesso di sperimentare nuovi farmaci che si sono dimostrati particolarmente efficaci nelle pazienti mutate, associate a un elevato rischio di sviluppare patologie oncologiche ereditarie dell’apparato genitale”.

“Il percorso verso la guarigione dal cancro continua anche dopo la diagnosi e le terapie. Ci impegniamo a seguire il paziente nella fase di follow-up – ha evidenziato Carmela Franchella, presidente della Lilt di Campobasso – accompagnandolo alle visite mediche e introducendolo ad attività artistiche per migliorare la qualità di vita”.

“Quando nella vita sopraggiungono eventi così drammatici – ha chiosato Podda – dobbiamo sempre cercare di mantenerci più lucidi possibile e non smettere mai di cercare il bello anche quando apparentemente non c’è. Ci possono essere momenti di grande sconforto ma poi bisogna sempre trovare dentro di noi la forza per andare avanti”.

Le porte della mostra fotografica Perché la vita resteranno aperte al pubblico fino a domenica 17 marzo. La mostra è patrocinata e sostenuta dall’amministrazione comunale.