POLITICA & ATTUALITA'

No all’autonomia differenziata, De Socio (Cgil): “Il Molise non può permettersela”

Il segretario regionale: “Opponiamoci ad una riforma pericolosa, nell’interesse delle nostre comunità e superando le differenze di orientamento politico”


CAMPOBASSO. “Il disegno di legge sull’autonomia differenziata ha superato l’esame al Senato nonostante le numerose manifestazioni di dissenso che hanno visto protagonisti i sindaci e gli amministratori locali, insieme a tante rappresentanze sociali, della cittadinanza attiva e della cultura. Un disegno che andrebbe a consolidare i già gravi divari e a creare nuove diseguaglianze in un Paese già segnato da profonde disparità territoriali, bisognoso invece di ricuciture e coesione”.

Queste le parole di Paolo De Socio, segretario generale della Cgil Molise. Questa mattina il presidio del sindacato dinanzi il consiglio regionale. 

“La riforma prevede la determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) a finanze invariate, senza alcuna previsione di stanziamenti economici atti a colmare i divari territoriali e a rendere effettivamente esigibili i diritti garantiti dalla Costituzione già messi in discussione con i tagli ai bilanci e con la crisi del Sistema Sanitario Nazionale”.

“Si prevede la possibilità di trasferire alle Regioni la competenza legislativa esclusiva per tutte le 23 materie indicate dall’articolo 117, cioè per campi e settori fondamentali per la vita del Paese: sanità, scuola e formazione, ambiente, infrastrutture, energia, rapporti con l’Ue, contrattazione, sicurezza e lavoro e non solo. Si andrebbe così a delineare di fatto la trasformazione della Repubblica – ha affermato – unica e indivisibile, in una somma di ‘micro Stati’ autonomi e in concorrenza tra loro e con lo Stato”.

“Si ripropone un intento secessionista, che si credeva ormai archiviato, volto a cambiare profondamente gli equilibri fra i poteri dello Stato. Con la realizzazione dell’autonomia differenziata si sancirebbe il passaggio ad una Repubblica fondata su accordi fra il Governo e le Regioni economicamente più forti, con un Parlamento ridotto alla pura funzione di ratifica e i Comuni sottomessi ad una doppia dipendenza”.

“Aumenterebbero a dismisura i poteri dei presidenti di Regione e sarebbero esautorati gli ormai residuali ambiti di autonomia dei Comuni – ha sottolineato De Socio – Questo creerebbe gravi pericoli di disgregazione dell’unità del Paese. Tutto questo diventa più grave e pesante per il Molise, regione già segnata da forti squilibri e dalla mancata attuazione dei Lep, in particolari sanitari, da livelli di reddito bassi, impossibilità di raggiungere economie di scala stante la rarefazione demografica e i significativi ritardi infrastrutturali. Il Molise più di ogni altra regione non può permettersi l’autonomia differenziata”.

“Ci impegniamo ad opporci ad una riforma pericolosa, lo facciamo nell’interesse delle nostre comunità, superando le differenze di orientamento politico e con tutti i mezzi che l’ordinamento prevede, compresa l’indizione di un referendum, e intanto chiediamo alla nostra Regione di decidere di non avanzare esigenze di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia e dio rappresentare con coerenza al Parlamento le preoccupazioni espresse dai territori” ha chiosato il segretario generale della Cgil Molise.

Enrico Fazio

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