L’ex ministro al magazine Oggi: “Con i terreni mio padre ci ha cresciuto i figli, ora si fatica ad arrivare alla fine del mese. Non si riesce nemmeno più a comprare il grano per seminare


MONTENERO DI BISACCIA. Le innovazioni tecnologiche e le nuove regole imposte dall’Unione Europea hanno fatto scattare la protesta dei lavoratori delle piccole imprese agricole. La questione sta tenendo banco anche in Molise tanto da aver spinto Antonio Di Pietro, già deputato ed ex ministro dei Lavori Pubblici, a prendere posizione in difesa dei suoi ‘colleghi’.

Di Pietro, infatti, da tempo si è ritirato a vita privata a Montenero di Bisaccia dove si occupa della piccola azienda agricola di famiglia. “Conosco tutti i problemi del settore e sottolineo che sono drammatici” ha dichiarato al magazine Oggi schierandosi dalla parte di chi sta portando i trattori nelle piazze per rivendicare attenzioni dalle autorità.

“L’Europa fa una miriade di regole senza tenere conto delle specificità locali. A Bruxelles – ha spiegato l’ex leader dell’Italia dei Valori – non distinguono fra aziende grandi e piccole e fra Paesi con caratteristiche diverse. Non tengono in conto le peculiarità e questo danneggia soprattutto realtà come quelle italiane. I miei colleghi molisani mi hanno scritto una lettera chiedendomi ‘Tonì, tu che hai visibilità, fai valere le nostre ragioni’. E io che non mi facevo sentire in pubblico da tanto tempo sono tornato a parlare”.

“Le proteste – ha aggiunto Di Pietro – sono spontanee e poi non sono caratterizzate politicamente. Io sto con i colleghi agricoltori. Vogliamo richiamare l’attenzione delle istituzioni a tutti i livelli, da Roma a Bruxelles. Sono quarant’anni che l’agricoltura è snobbata dai Governi e quest’ultimo non fa eccezione. Il tema non è il ministro x o y, ma la macchina che non funziona”.

Facendo riferimento alla propria esperienza sul campo, l’ex politico ha detto: “Di olio due anni fa ne ho prodotti 35 quintali, quest’anno sette. Io l’olio lo faccio come si deve, tutto a mano, e un chilo mi costa 10-12 euro: al supermercato lo compri alla metà. Le vigne sono due terzi a Montepulciano e un terzo ad Aglianico e e quest’anno non ho raccolto neanche un grappolo per via della siccità. I 12 ettari a seminativo posso coltivarli a quello che voglio, ma non posso raccogliere niente perché si mangiano tutto i cinghiali. Per me questa azienda è un costo. Se non avessi la pensione, non camperei. Con i nostri terreni mio padre ci ha cresciuto i figli. Oggi si fatica ad arrivare alla fine del mese. Non si riesce nemmeno più a comprare il grano per seminare”.

GV