In quattro anni è sparito un oltre un terzo delle attività. L’indagine di Unioncamere


ISERNIA. La crisi dell’editoria – e delle edicole – fa sentire forte il suo peso. Lo dicono i numeri. In 4 anni in Italia ne sono sparite 2.700. E Isernia è la provincia che ne ha perse di più: dal 2019 a oggi ha visto chiudere oltre un terzo delle attività, registrando un -31,1 per cento.

Questo quanto emerge dalla elaborazione realizzata da Unioncamere-InfoCamere sui dati del registro delle imprese Una perdita secca superiore al 16% (-18,6% considerando le sole ditte individuali), con tassi di variazione anche a doppia cifra in tante province, a partire – si diceva – da Isernia, Trieste che registra un -31,1%, Ancona che supera il -30%.

L’indagine mostra che, in pratica, solo Bolzano e Sondrio, grazie all’apertura di una nuova edicola nel quadriennio, vedono crescere questa tipologia di impresa, mentre Oristano mantiene tutte le sue 51 rivendite di giornali. A fine settembre scorso, comunque, i punti vendita di giornali e periodici contavano su circa 13.500 localizzazioni, mentre a settembre 2019 erano oltre 16mila.

In valori assoluti, sono i lettori di quotidiani soprattutto di Roma che oggi devono fare i conti con la rarefazione dei giornalai: nel territorio provinciale ne sono rimasti 1.138, 303 in meno di quattro anni fa (-21%). Anche a Torino, però, giornali e riviste sembrano andare parecchio meno di moda. Qui oggi si contano 501 rivendite, 138 in meno di settembre 2019 (-21,6%), mentre Milano ne perde 129 (-11,9%), scendendo così sotto le mille edicole.

“La riduzione delle rivendite – evidenzia Unioncamere – non è solo un danno per quanti continuano a preferire aggiornarsi sulla carta stampata piuttosto che su strumenti digitali, è anche un peccato sotto il profilo della crescita della componente femminile e giovanile nell’impresa.

Considerando le quasi 12mila imprese registrate a fine settembre (al netto, quindi, delle unità locali aggiuntive), 4.450 risultano essere femminili e 701 giovanili. Ciò significa che il mestiere dell’edicolante piace molto alle imprenditrici, che in quest’ambito rappresentano più del 37% del totale delle imprese registrate, con una presenza, quindi, ben più consistente di quanto avvenga considerando il totale delle imprese (di cui le imprese femminili rappresentano circa il 22%). Le edicole guidate da donne, però, si sono ridotte nel quattro anni anche di più della media nazionale del settore, perdendo quasi 1.100 imprese (-19,6%).
Questa attività, invece, sembra piacere poco ai giovani under 35, ai quali oggi appartiene solo il 5,9% delle edicole attive nei territori italiani, 528 in meno di quattro anni fa (-43%)”.