I pendolari sono rimasti fermi in stazione, metà negli unici due vagoni messi a disposizione e metà sulla banchina a Termini


ROMA-CAMPOBASSO. Ancora disagi sulla Roma-Campobasso. Tanti oggi i pendolari in stazione Termini, pronti a ripartire per tornare in Molise. Al loro arrivo ai treni, però, c’era una spiacevole sorpresa ad attenderli. Il Regionale delle 13:07 che sarebbe dovuto arrivare alle 15:24 a Isernia era composto da soli due vagoni. Decisamente troppo pochi per la mole di passeggeri che doveva viaggiare.

Così, tra una sgomitata e un ‘permesso’, metà di essi è riuscita a salire nei vagoni – seppur schiacciata come sardine – ma l’altra metà è rimasta sulla banchina protestando con veemenza. Tutto bloccato per quasi un’ora, quando infine il treno è riuscito a partire (alle 13:52, come risulta dall’applicazione di Trenitalia).

La segnalazione sui social da parte dei passeggeri e della consigliera comunale di Isernia Mena Calenda, che così ha commentato: “I pochi fortunati che riescono a tornare a casa per le festività natalizie, devono affrontare i costi assurdi dei biglietti, la poca organizzazione se sei fortunato e ti va bene, torni a casa stando in piedi ben stretto come una sardina, altrimenti puoi restare beato ad attendere il prossimo treno, insomma un viaggio della speranza! I proclami servono a ben poco se prima non si risolvono i problemi”.

Raggiunta telefonicamente da isNews, la Calenda ha poi spiegato: “Su quel treno dovevano viaggiare mio marito, suo figlio – che è tornato apposta dal Nord con sua moglie per festeggiare in famiglia il Santo Natale – e mia cognata che ha ottant’anni. Siamo alla Vigilia e succedono questi disagi. Impossibile, è veramente uno schifo. A questo punto, dopo tutte le dichiarazioni sul fatto che si riprenderà la tratta, penso che bisogna iniziare a capire che se siamo ‘il nuovo che avanza’, dobbiamo anche dimostrare che qualcosa è cambiato. Fino a ieri tutti si lamentavano e oggi mi sembra che ci sia un assoluto silenzio. Andava rivisto tutto, almeno per questi giorni, o quantomeno bisognava organizzarsi, non solo per chi vive in Molise ma anche per chi lavora e torna apposta da fuori. E non solo: non possiamo dare quest’immagine di noi, sotto le feste, a persone che magari arrivano qui per la prima volta”.

Pierre