Il Molise e la crisi climatica, Fazzini: “Adattamento e azioni fattive per mitigare il rischio” (VIDEO)

Per il noto climatologo, in questi giorni a Isernia per il progetto Novatellus, è fondamentale il comportamento dei singoli cittadini e la ricerca tecnologica


ISERNIA. Un territorio fragile che, seppur con effetti meno devastanti rispetto ad altre realtà italiane, si trova a fare i conti con le criticità legate alla crisi climatica.

Per questo è fondamentale l’adattamento che – insieme ad azioni fattive a breve, medio e lungo periodo – può contribuire in maniera concreta alla mitigazione del rischio idrogeologico.

Lo ha sottolineato il noto climatologo Massimiliano Fazzini, in questi giorni a Isernia. “Il Molise, come tutto il territorio fisico italiano – ha ricordato l’esperto – è caratterizzato per la quasi totalità da problematiche di rischio idrogeologico in senso lato. Vale a dire alluvioni, frane più o meno complesse e più o meno estese. Ma anche da fenomeni estremi derivanti dalla crisi climatica in atto.

Quindi venti più forti, ma anche mareggiate lungo la costa termolese sono spesso di magnitudo significativa. Il problema di base è sempre lo stesso, quello su cui dibattiamo ormai da vent’anni: come cercare di porre rimedio a questa crisi climatica che si manifesta prevalentemente con questa estremizzazione dei fenomeni.

Siccome il territorio è estremamente vulnerabile in quanto troppo antropizzato e per altre ragioni che conosciamo come lo sviluppo non più sostenibile della montagna ed altri aspetti che sono evidenti, dobbiamo adattarci.

E il primo che deve dare una mano all’adattamento fattivo è il singolo cittadino. Che, seguendo le buone pratiche disposte nei piani di emergenza e protezione civile deve necessariamente porsi in una condizione di non essere a rischio durante questi fenomeni estremi.

Si tratta di semplici regole di educazione civica. Per quanto riguarda invece il lato più istituzionale e di ricerca tecnologica, dobbiamo assolutamente creare e inventare, sulla base delle evidenze critiche che abbiamo, a livello di impatto sull’ambiente. Dobbiamo creare delle azioni fattive a breve, medio e lungo termine che ci permettano di far diminuire il rischio specifico cercando di mitigarlo. Azioni che possono essere soft (educazione civica, incontri nelle scuole e con la cittadinanza) o di tipo hard che sono quelle più ingegneristiche, infrastrutturali, modellistiche, che ci permettono realmente – in maniera più massiva ma purtroppo più costosa – di ridurre questo rischio e di mitigarlo in maniera più decisiva.

E va in questa direzione il progetto che ha portato Fazzini a Isernia. “Il progetto ‘Novatellus’ – ha sottolineato – del quale ho l’onore di poter far parte è veramente lungimirante e di qualità assoluta, dal punto di vista della ricerca scientifica, tecnologica e applicativa.

L’obiettivo che il Gruppo Arpes è prefissato è creare un modello di previsione agro-meteorologica talmente puntuale addirittura per ogni singolo appezzamento. Si tratta di un progetto incredibilmente complesso, fatto da analisi statistiche e dall’interazione tra il climatologo, l’idrologo, il disaster manager e di validissimi informatici.

Si proverà a rielaborare questo modello valido per l’intero territorio nazionale e che permetterà effettivamente di adattare le attività agricole momento per momento, quindi fase fenologica per fase fenologica, ad ogni evento estremo”.

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