L’intervento del presidente dell’associazione ‘Cultura e Solidarietà’ in merito al dibattito in atto a Campobasso


CAMPOBASSO. “La pista ciclabile a Campobasso rischia di fare la fine dei famosi banchi con le rotelle voluti dall’ex ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina con un costo complessivo di 119 milioni di euro (quindi 274 euro a banco) e rimasti parcheggiati in depositi. Evidentemente i Cinquestelle sono specializzati negli sprechi”.

Così Aldo Di Giacomo, presidente Associazione Cultura e Solidarietà, entra nel dibattito sulla pista ciclabile di Campobasso. “Non a caso registra più dissensi e proteste dei cittadini che pareri favorevoli. Abbiamo sperato sino all’ultimo – afferma Di Giacomo – che la pista servisse a favorire e promuovere la cultura dell’uso della bici anche nella nostra città per affermare un modello di mobilità sostenibile ed alternativa alle auto.

Purtroppo girando in città non ho incontrato mai nemmeno un ciclista mentre sono facilmente verificabili i disagi provocati alla circolazione automobilistica, già di per sé difficile. Si sono sottovalutati fattori essenziali che determinano la vivibilità a Campobasso tra i quali, principalmente, il clima freddo e la situazione della viabilità. Nei giorni scorsi è stato completato il tratto di via Elena ed è proprio su questo tracciato che – dice Di Giacomo – è possibile riscontrare le maggiori criticità a partire dalle dimensioni della pista ciclabile, che risulta troppo stretta.

Prima di ‘copiare’ progetti da altre città, i nostri amministratori locali avrebbero fatto bene ad approfondire ogni aspetto perché non è sufficiente, come fa l’assessore alla Mobilità Simone Cretella, affermare che ‘la progettazione è stata portata avanti da tecnici esperti del settore: ogni metro della pista risponde alla normativa del Codice della Strada, anche negli attraversamenti e nelle intersezioni’ senza porsi il problema di chi utilizzerà questa struttura. Sicuramente investire nell’adeguamento e nel miglioramento della viabilità cittadina non sarebbe stato uno spreco”.