La segretaria Uil regionale Boccardo pone l’attenzione su una questione sempre più attuale: “Meno soldi, meno sportelli: territorio sempre più a rischio”


CAMPOBASSO. “In Molise la desertificazione bancaria è iniziata da tempo: attualmente oltre l’80% dei Comuni Molisani è privo di sportelli e di sedi bancarie, una situazione gravissima che potrebbe aprire spazi al rischio di illegalità. Contro la desertificazione bancaria, la UIL Molise si mobilita al fianco della categoria UilCa nella campagna: ‘Chiusura filiali? No, grazie’. Una mobilitazione della UilCa che sta attraversando tutte le regioni italiane”. Così la segretaria generale Uil Molise Tecla Boccardo pone l’accento sulla questione, ritenuta di stringente importanza.

“La desertificazione bancaria è l’anticamera dell’abbandono delle aree interne da parte anche di cittadini e imprese, maggiormente sentita proprio in Molise dove ci sono sempre meno banche e sempre meno sportelli, con il rischio che i problemi a cittadini ed imprese aumentano soprattutto nelle aree interne, prevalentemente abitate da anziani che difficilmente sono in grado di utilizzare le procedure on line e vanno messi in condizione di fruire dei servizi bancari sul territorio. Altro rischio è che tanti Comuni dipenderanno da poche banche”, puntualizza la Boccardo.

Per il sindacato, “le filiali sono un presidio di vicinanza e di prossimità alla clientela. Se mancano soggetti legali per erogare credito si rischia di lasciare margini all’illegalità e la criminalità prende spazi. Le banche non possono derogare dalle responsabilità sociali e, pertanto, bisogna che recuperino un ruolo sociale dicendo no alla chiusura delle filiali. Stando all’elaborazione UIL CA sui dati statistici della Banca Centrale Europea e della Banca d’Italia, dal 2018 al 2022 gli sportelli bancari in Italia sono diminuiti del 17,4% (-4.423). Il trend negativo coinvolge anche l’aspetto occupazionale: 14.020 dipendenti in meno nel settore (-5%)”.

I motivi, aggiunge la Boccardo, “sono molteplici ma due i fattori che hanno impattato maggiormente: le aggregazioni bancarie e la digitalizzazione. E proprio sulle aggregazioni bancarie, si ritiene che debbano avere una logica industriale ed essere a sostegno di territori, imprese e famiglie: servono piani industriali con logiche di medio e lungo periodo e non solo taglio di costi, riduzione e chiusura sportelli”.

“È un dato di fatto che nelle regioni povere del Sud le banche investono meno e che di conseguenza ci sono meno sportelli. Banche sempre più lontane da cittadini e sempre meno a sostegno delle attività economiche e quindi all’economia reale, delle aree interne, se è vero che il PNRR deve recuperare il Gap sempre più ampio tra Nord e Sud, la transizione digitale che rappresenta un pilastro del PNRR non può basarsi su ragioni economiche, ma uno strumento strategico che cammini di pari passo con un altro pilastro del PNRR, quello dell’inclusione sociale, qui il ruolo anche delle scelte programmatiche regionali è fondamentale per sostenere uno sviluppo reale ed armonico. In Molise un motore che può mettere in moto l’economia dei nostri borghi è il turismo, su di esso possiamo puntare per evitare lo spopolamento e l’abbandono delle aziende, sfruttando al meglio le risorse del PNRR in sinergia con i Fondi europei, cofinanziando progetti che vanno verso la direzione della sostenibilità e valorizzazione delle nostre eccellenze, del nostro patrimonio paesaggistico ambientale e culturale delle aree interne”. All’ammonimento della segretaria Uil si aggiunge anche quello del segretario della categoria Uilca Ermando Ciocca.

“Proprio per gestire le risorse del Piano Nazionale di Riprese e Resilienza Il settore del credito deve strutturarsi in modo pluralista e coerente con il tessuto economico, con gli obiettivi di favorire lo sviluppo del Paese, sostenere famiglie e imprese garantendo una presenza capillare sul territorio, tutelando la legalità e le fasce più deboli e fragili della popolazione”, concludono dal sindacato.