Le parole di Chiara Gamberale, Dacia Maraini ed Emanuele Trevi per esaltare le meraviglie che rendono unica la cittadina altomolisana


AGNONE. La sfida è entrata nel vivo per Agnone, tra le località candidate ad ottenere il riconoscimento di capitale italiana della cultura 2026.

Entro il 15 dicembre, la commissione – composta da sette esperti –  definirà la short list delle 10 città finaliste, e la procedura di valutazione – dopo l’audizione pubblica dei progetti finalisti entro il 14 marzo 2024 – si concluderà per il 29 marzo 2024 con la proclamazione della Capitale italiana della cultura 2026.

E intanto scrittori e critici letterari hanno voluto manifestare il loro sostegno per la cittadina altomolisana, sottolineandone le meraviglie che la rendono unica.

“Agnone –  scrive Chiara Gamberale, scrittrice di fama nazionale con origini agnonesi – è un incantesimo dentro alla realtà già di per sé incantata della dorsale appenninica, un meridione che somiglia solo a se stesso, senza le promesse del mare, ma anche senza le sue bugie. Un meridione autentico, troppo spesso dimenticato in virtù di meridioni che sanno urlare più forte, un meridione dove la bellezza è un segreto che nell’identico momento si conserva gelosamente ma si riserva con immediata generosità a chi arriva.

E Agnone, di questo meridione, è, appunto, un incantesimo. Sospeso fra l’architettura delle sue chiese, la profondità delle sue tradizioni, lo scintillio delle ‘ndocce, il suono delle sue campane e il silenzio della Ripa che tutto protegge”.

“Sono venuta più volte ad Agnone per diversi appuntamenti culturali, apprezzando la sapiente dinamicità del luogo e dei suoi abitanti – scrive invece la scrittrice Dacia Maraini – E visitando la Pontificia Fonderia Marinelli ho avuto la fortuna di vedere con i miei occhi il Museo internazionale della Campana, muovendomi affascinata fra le campane antiche e nuove che ricordano il lavoro di generazioni di grandi artigiani. C’è qualcosa di talmente umano, nel senso dell’ingegno creativo, della sapienza meccanica e chimica, in questo processo da apparire disumano: quasi fosse un lavoro degli angeli per festeggiare i cieli”.

“Mi auguro che la candidatura di Agnone a capitale italiana della cultura vada a buon fine – evidenzia il critico letterario Emanuele Trevi – perché la ricchezza dei beni culturali del paese e dei dintorni merita di essere valorizzata più di quanto è stato possibile fare fino ad ora, e a questa si uniscono una vivacità culturale e un’ospitalità degne del riconoscimento tanto auspicato”.