Oggi la nuova udienza. Spuntano le chat sul pagamento di 40 milioni: “Oh, so’ veri”


ROMA. La lunga vicenda giudiziaria relativa alla compravendita del famoso palazzo di Londra e ad altre manovre finanziarie sospette sta per concludersi. E intanto è fissata per oggi l’udienza del caso del cardinale Becciu e dei broker in Vaticano, tra cui il molisano Gianluigi Torzi.

L’avvocato di parte civile, Paola Severino, chiederà per conto della Santa Sede il risarcimento di 138 milioni per danni di immagine che nella consulenza viene analizzato nel dettaglio. Lo riporta il Corriere della Sera. “Su 50mila contenuti stampa, web e audio video, usciti tra il 1 ottobre 2019 e il 13 aprile 2023 e la pianificazione di linea di intervento per contrastarli”. Secondo i periti questa strategia “dovrebbe basarsi sulla divulgazione delle fasi del processo durante il quale non è mai stato messo in dubbio che la Segreteria di Stato — deputata a gestire le risorse, tra cui l’Obolo — è parte lesa. Vittima della condotta spregiudicata di chi ha sperperato milioni in operazioni rischiose e affidate a consulenti che avevano di mira soltanto i loro interessi”.

Tra questi l’accusa indica due personaggi che in una chat del 3 dicembre 2018, finita agli atti del processo, ironizzano sull’inganno subito dal Vaticano. “Mi sto domandando, ma questa operazione come c… l’ho pensata???”. “Ahahaha e chi c… lo sa!!! Probabilmente hai avuto un’ispirazione …DIVINA”.

A parlare sono Gianluigi Torzi titolare della società Gutt S.A. sospettato di aver tirato un ‘pacco’ alla Segreteria di Stato “cedendo 4mila azioni dell’immobile e tenendone per sé le 1000 che avevano diritto di voto nel consiglio di amministrazione della società che aveva la proprietà dell’immobile londinese”. E di aver approfittato della situazione “esponendo a forti rischi l’investimento al punto che il nuovo sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, Monsignor Edgar Pena Parra, per seguire l’input di Papa Francesco di voltare pagina al più presto e ricominciare da capo fu costretto a sborsare altri 15 milioni per la restituzione del Palazzo”.

L’interlocutore è l’avvocato Squillace che al monsignore era stato presentato come legale di parte della Segreteria di Stato, dal successore di Becciu e suo predecessore Perlasca. Salvo però scoprire che quell’avvocato lavorava in realtà per Torzi, tramite lo studio Libonati-Jaeger.

Un’altra chat conferma il legame tra Torzi e Mincione. Il 20 settembre 2018 alle 7.26 Torzi scrive Mincione: “Qualunque sia l’esito e lo sforzo che questa avventura ancora richiederà ti volevo ringraziare. Le avventure fatte con questo spirito sono divertenti e vanno nella profondità delle persone che molte volte in questo lavoro non riusciamo a percepire!” E Mincione replica: “È con queste avventure che si cimentino (sic) le amicizie e io ti considero già un grande amico”. Il 29 novembre la ‘avventura’ per i due volge al bello. Torzi invia a Mincione la prova del pagamento ricevuto di 40 milioni di sterline. Mincione esulta: “Sti c…”. Torzi gli fa eco: “Boooooom, ahahaha”. L’altro soggiunge: “Non sembrano pochi”. E giù altre risate con Torzi che rincara: “Oh, so veri. Ahahahaha”.