Inter e Milan protagoniste assolute, Lazio la delusione dell’avvio di stagione


di Matteo Mongiello

Con il pareggio tra Salernitana e Udinese e la vittoria esterna dell’Inter sul campo del Cagliari è andata agli archivi la seconda giornata di Serie A e siamo qui , in questa nuova rubrica, a tirare le somme.

TOP

-LA GESTIONE DELLE MILANESI

Tra le protagoniste assolute delle prime due di campionato ritroviamo Inter e Milan che, dopo essersi date battaglia due stagioni fa e aver quasi abbandonato la contesa sin da subito per lo scudetto lo scorso anno, vogliono ritornare a fare la voce grossa e comandare nelle parti alte;  ad accomunare i nerazzurri e i rossoneri in queste prime due giornate, oltre al punteggio pieno, è il senso di dominio messo in campo dalle compagini di Simone Inzaghi e Stefano Pioli che, non si sono limitate solamente a portare a casa la vittoria, ma hanno dimostrato di avere il totale controllo sulla partita e di poter accelerare per segnare in qualunque momento volessero.

Il 4-1 di San Siro servito al Torino dal Milan ha messo in luce ancora una volta la qualità cristallina di Christian Pulisic , il definitivo ritorno dell’asse di sinistra Theo-Leao e la capacità di inserimento delle mezz’ali ,questa volta con Loftus-Cheek versione assistman dopo l’assist di Reijnders per Giroud a Bologna.

Altro giro, altro 2-0 per l’Inter che all’Unipol Domus concede pochissimo al Cagliari e chiude la pratica nella prima frazione con la rete di Dumfries, nettamente rivitalizzato dalla competizione interna creata con l’acquisto di Cuadrado, e dal solito trascinatore Lautaro; tra le note positive troviamo l’ottima prestazione di Thuram -condita con l’assist per il laterale olandese-e un Calhanoglu sempre più padrone del centrocampo nelle nuove vesti da mediano dopo l’addio di Brozovic.

-LA RIVALSA DELL’HELLAS

La sorpresa della seconda giornata arriva direttamente dal Bentegodi dove sabato sera il nuovo Hellas Verona di Marco Baroni, traghettatore del Lecce la scorsa annata, fa ‘lo sgambetto’ alla più quotata Roma vincendo 2-1 grazie alle reti di Duda e Ngonge, rendendo inutile il primo gol in giallorosso di Aouar; se nel primo gol c’è la complicità di Rui Patricio – che regala un tap-in facile a Duda con un errore da matita rossa- il contropiede realizzato da Ngonge sul tramonto del primo tempo vede colpevole l’intera retroguardia giallorossa che,salendo oltre la propria metacampo su un calcio d’angolo a favore, regala all’ex groningen la possibilità di scappare in campo aperto e di mandare sopra di due i suoi all’intervallo.

La rivoluzione attuata da Mourinho con i cambi porta la Roma ad offendere maggiormente e ad accorciare subito le distanze ma, il palo di Pellegrini e i miracoli di Montipò, regalano la seconda vittoria in altrettante partite agli scaligeri che, dopo un’annata passata tra l’inferno e il purgatorio con la salvezza ottenuta solo allo spareggio con lo Spezia, vogliono guadagnarsi in anticipo la tranquillità e magari candidarsi come outsider della Serie A.

-LE STELLE AL LORO MEGLIO

Dopo aver vissuto una stagione particolare, con il solo Osimhen a brillare tra i numeri 9 e l’exploit di Lautaro, nettamente superiore al suo compagno di reparto Lukaku, i Bomber sembrano essere ritornati sui loro livelli di appartenenza con Vlahovic,Giroud,Osimhen e Lautaro capaci di segnare sia alla prima che alla seconda giornata- addirittura doppiette per il capocannoniere in carica e il francese del Milan-e il solo Immobile a non gonfiare la rete nella seconda giornata dopo aver realizzato il momentaneo vantaggio a Lecce alla prima ma volenteroso di ritornare a dominare la corsa per lo scettro di miglior realizzatore, così come gli altri numeri nove, pronti a darsi battaglia a suon di colpi di testa o ‘botte’ sotto l’incrocio.

FLOP

-A.A.A. CERCASI LAZIO

La principale delusione di inizio stagione non può non essere la Lazio che, dopo aver toppato l’esordio al Via Del Mare con il Lecce- facendosi rimontare nel finale in due minuti-, cade anche tra le mura amiche contro un Genoa tutt’altro che convincente nel ritorno in Serie A con la Fiorentina ma capace di rialzarsi, al contrario dei biancocelesti, vincendo di misura grazie al primo gol in campionato di Mateo Retegui, trionfando nella battaglia individuale con l’altra punta della nazionale Ciro Immobile, poco incisivo e molto nervoso.

La maggiore difficoltà riscontrata nel gioco di Sarri- fin troppo polemico sin dall’inizio dell’anno sulla costruzione del calendario- è legata all’assenza di inserimenti delle mezze ali, con un Luis Alberto abituato più a impostare ed un Kamada totalmente avulso dal gioco e neanche lontanamente vicino a sostituire la figura di un pilastro come Milinkovic Savic, rendendo difficoltosa la creazione di occasioni da gol anche agli esterni, fin troppo larghi e incapaci sia di servire un sempre più solo Immobile nell’area di rigore sia di crearsi spazio per arrivare alla conclusione.

-ATALANTA AL CONTRARIO

Chi già non aveva convinto ma era riuscita a strappare i tre punti nel finale al debutto è la dea, grazie ai guizzi di De Keteleare e Zortea, ma che le difficoltà fossero dietro l’angolo era nell’area e ad approfittarne ci ha pensato il neopromosso Frosinone che, dopo essere andato subito in vantaggio con il Napoli per poi ‘sciogliersi come neve al sole’, sblocca anche qui la partita con Harroui ma in questo caso riesce anche a raddoppiare con l’incornata di Monterisi e con una corale prova difensiva resiste agli assalti di Zapata- realizzatore della rete che ha accorciato le distanze- e compagni, regalando a mister Di Francesco la prima vittoria nella massima serie, a distanza di tre anni dall’ultimo successo del tecnico abruzzese.

Il gran gioco sul quale Gasperini ha costruito una carriera e ha guadagnato rispetto da molti suoi colleghi non è ancora stato messo in tavola in questa stagione e l’addio di Zapata- direzione Torino granata- non sembra agevolare il lavoro al 65enne piemontese che ha bisogno di far ritornare sui ritmi che tutti conosciamo se vuole ritornare a calcare campi prestigiosi e regalarsi altre notti tra le grandi d’Europa.

-ENNESIMO PASSO INDIETRO DEL VAR

A tenere banco nei Bar di tutta Italia, come avviene per ogni campionato, c’è il ritorno del ‘processo al VAR’ in seguito agli errori arbitrali palesatesi in questa seconda giornata di Serie A; la lente di ingrandimento si ferma principalmente sugli scellerati errori compiuti da Di Bello e dal var Forneau in Juventus-Bologna di domenica pomeriggio dove, l’arbitro della sezione di Brindisi, prima non vede una spinta energica di Moro ai danni di Chiesa in area di rigore e poi un tocco di mani di Lucumì in caduta per completare il movimento della scivolata negando due rigori ai bianconeri.

Il caso più eclatante è legato però ad un rigore solare negato ai rossoblu sul risultato ancora di 1-0 per gli emiliani quando, al minuto 71, Ndoye viene atterrato a pochissimi centimetri dalla porta di Perin da Iling Junior che nega la battuta a rete allo svizzero, scatenando l’ira dell’intera panchina del Bologna; l’errore più grave è dettato non solo dalla mancata concessione volontaria del rigore da parte di Di Bello, ma dalla conseguente assenza di un richiamo da parte del Var per convertire la decisione e mandare dal dischetto la squadra di Thiago Motta, chissà per chiudere la pratica, riaperta poi dalla rete del definitivo pareggio di Dusan Vlahovic.