Il Testo unico degli enti locali concede altro tempo per rimuovere l’incompatibilità. La vice sindaco: “Tempi fissati dal Tuel e rispettati in maniera precisa”


CAMPOBASSO. Ancora dieci giorni prima che Paola Felice diventi sindaco di Campobasso. Questa mattina, nel corso della seconda convocazione del consiglio comunale, non vi è stato il passaggio di consegne tra il primo cittadino di Campobasso Roberto Gravina, neo consigliere regionale, e la vice sindaco.

Il Testo unico degli enti locali (Tuel) concede infatti ulteriori dieci giorni al sindaco, “entro i quali è invitato a rimuovere definitivamente la causa di incompatibilità o, se nel caso, ad esprimere l’opzione per la carica che intende conservare, al fine di deliberare definitivamente”.

Uno slittamento che non cambia però le carte in tavola, con Paola Felice che tra pochi giorni sarà ufficialmente sindaco del capoluogo.

“Se ogni cosa viene strumentalizzata e viene riletta contro l’agire di questa amministrazione devo per forza ritornare sui fatti – ha affermato Paola Felice – I tempi che stiamo rispettando rispetto a tutto l’iter della decadenza del sindaco Roberto Gravina sono fissati dal Tuel e sono rispettati in maniera precisa dall’operato del segretario comunale”.

“Non c’è da parte nostra nessun interesse e nessuna volontà di tirarla per le lunghe. Ci sono già stati tavoli in Prefettura e altre Commissioni nelle quali ho avuto modo di svolgere appieno le funzioni di sindaco. Mi è perfettamente chiaro il ruolo che rivestirò, fermo restando che i poteri che mi sono conferiti in qualità di vice sindaco, a prescindere dalla decadenza, sono sempre nel pieno delle funzioni. Non è da parte nostra che si sta facendo confusione” ha chiosato Felice.

“Le tempistiche sono imposte dalla legge. Il Tuel impone che debbano trascorrere altri dieci giorni perché il consiglio possa dichiarare decaduto l’attuale sindaco. Non è una nostra invenzione, è l’applicazione della legge – ha sottolineato il capogruppo del Movimento 5 Stelle Antonio Vinciguerra – Il Tuel è anche molto chiaro e ogni altra interpretazione è funzionale alla polemica politica e alla campagna elettorale. Nei prossimi mesi i cittadini per la prima volta vedranno una donna con la fascia tricolore. Nessun vuoto o pericolo, perché svolgendo le proprie funzioni di vice sindaco l’assessore Felice già porta avanti il ruolo di sindaco da diverse settimane, mandando avanti tutti i progetti dell’amministrazione. La procedura che stiamo portando avanti è funzionale ad evitare il commissariamento del Comune di Campobasso”.

“Una situazione anacronistica che evidenzia l’inconcludenza politica di questa amministrazione. Siamo qui oggi e dobbiamo aspettare altri dieci giorni per capire con chi interloquire dall’altra parte – ha evidenziato il consigliere di Forza Italia Domenico Esposito – Questi dieci giorni servono alla maggioranza solo per spartirsi deleghe e assessorati”.

“Trascinare una questione del genere così a lungo è inammissibile. Roberto Gravina ha abbandonato la nave per fare carriera politica” le parole del consigliere della Lega Alberto Tramontano.

“Occorre accelerare – ha proseguito Antonio Battista – Non parteciperò al voto odierno perché invito il sindaco Gravina a dimettersi da consigliere regionale e proseguire il suo mandato qui a Palazzo San Giorgio, mantenendo così un filo logico più volte disatteso. È ancora nelle sue possibilità”.

Approvata nel corso della seduta odierna di Palazzo San Giorgio, con 17 voti favorevoli, due astensioni e la minoranza che ha abbandonato l’aula al momento del voto, la proposta di deliberazione ‘Proclamazione del sindaco avv. Roberto Gravina a consigliere regionale. Contestazione causa incompatibilità ai sensi dell’art. 69 del D. Lgs n. 267/2000’.

Sullo sfondo, ancora da chiarire il rebus relativo a quella che potrebbe essere la composizione della nuova giunta comunale fino alla fine del mandato, con Gravina che lascerà le deleghe al Personale, Protezione Civile, Politiche europee, Innovazione e ricerca, Pnrr. Da un lato proseguire con un esecutivo a quattro, dall’altro l’allargamento della giunta di Palazzo San Giorgio.