Eseguita l’ispezione cadaverica sul corpo della 32enne di Nocera Inferiore precipitata per 80 metri durante un’escursione. La Procura intanto fa il punto sulle indagini


CAMPOBASSO. È stata eseguita presso l’ospedale Veneziale di Isernia, dall’anatomo patologo del Cardarelli di Campobasso, Massimiliano Guerriero, l’ispezione cadaverica sul corpo di Elia Caroccia, la 32enne di Nocera Inferiore precipitata per 80 metri durante un’escursione nei pressi del ponte tibetano di Roccamandolfi.

Dopo l’accurato esame, la Procura pentra – che nei giorni scorsi ha iscritto la notizia di reato a carico di ignoti per omocidio colposo – ha rilasciato il nulla osta per le esequie e la salma è stata restituita alla famiglia. Il funerale si svolgerà venerdì, 25 agosto, alle 11 nella chiesa di San Matteo nel suo paese d’origine.

Tuttavia, il procuratore Carlo Fucci ha inteso, con una nota, fare il punto della situazione, con particolare riferimento alle indagini, che sono state delegate ai carabinieri della Stazione di Cantalupo e che – ha spiegato – si stanno sviluppando principalmente attraverso l’escussione di persone informate sui fatti, rilievi video/fotografici del luogo del sinistro, sequestro del telefono cellulare della giovane deceduta, verifica delle dotazioni (tipologia di scarpe ecc…) dell’escursionista al momento del fatto.

“Allo stato, – ha dunque affermato il procuratore della Repubblica di Isernia – abbiamo accertato che in prossimità del suddetto ponte è collocato un cartello che indica il sentiero in questione come sentiero per esperti.

Ho ritenuto necessario delegare al Gruppo del soccorso alpino della Guardia di Finanza di Roccaraso una verifica tecnica delle condizioni di sicurezza esistenti e/o necessarie per la percorrenza del sentiero in parola per una completa ricostruzione della dinamica dell’evento.

A tal fine ho disposto nei giorni scorsi il sequestro dell’area interessata, eseguito dai carabinieri della Stazione di Cantalupo e notificato al Comune di Roccamandolfi, Ente proprietario dell’area.

Il predetto sequestro si è reso necessario per consentire le operazioni tecniche suddette, contemporaneamente evita di fatto, almeno sino all’espletamento degli accertamenti delegati, la percorrenza del sentiero in condizioni che allo stato non è dato sapere con certezza se siano quelle sufficienti ai fini della sua ‘sicura’ percorribilità”.