Il fungo, viste le abbondanti piogge primaverili e le drastiche escursioni termiche, si è sviluppato in maniera incontenibile: lesioni eccessive alle piantagioni


CAMPOBASSO. In Molise è emergenza peronospora. Coldiretti Molise, Cia Molise e Confagricoltura Molise, in seguito alle costanti e ripetute segnalazioni da parte delle aziende vitivinicole associate, in considerazione della fondamentale importanza del settore vitivinicolo per il territorio della Regione Molise, ritengono ormai “improcrastinabile un intervento immediato da parte delle Istituzioni preposte ed in primis dell’Istituzione Regione, al fine di mettere in atto strategie di lotta al fenomeno della peronospora e di risarcimento diretto alle aziende vitivinicole”.

“È stato obiettivamente riscontrato – proseguono le associazioni – che il perdurare delle piogge continue verificatesi nel periodo maggio-giugno, con conseguente impossibilità di effettuare i trattamenti antiparassitari per impraticabilità dei fondi, in aggiunta alle drastiche escursioni termiche, hanno determinato condizioni ottimali per lo sviluppo del fungo peronosporico. Nei rari casi di accessibilità agli appezzamenti, non potendo superare i limiti previsti dalla normativa per l’uso dei prodotti fitosanitari e in presenza di condizioni meteo particolarmente avverse, i viticoltori non hanno potuto effettuare una lotta antiperonosporica efficace con conseguenti danni alla produzione, variabili dal 70% al 100%, a seconda del vitigno e della zona di ubicazione, decretando un vero e proprio ‘Stato di Crisi del Settore Vitivinicolo’ – continuano – Da tali fattori è scaturito uno sviluppo incontenibile del fungo patogeno fino ad attaccare la pianta determinandone forti lesioni corticali con successivo sviluppo di cancri. Aggiungiamo inoltre, quanto sia importante non sottovalutare la fase di oospora autunnale svolta dalla peronospora nel terreno sottostante, agevolando il ciclo vitale del patogeno, attraverso le pratiche agronomiche consuetudinarie come la trinciatura ed interramento dei residui di potatura post raccolta”.

Sulla base di tali considerazioni, le scriventi organizzazioni ritengono “necessario ed opportuno mettere in campo delle misure o azioni urgenti” quali:

  • verifica immediata dei danni da parte delle strutture tecniche regionali;
  • deroga al divieto di bruciatura dei tralci e/o dei residui di potatura della vite per contenere l’incremento della popolazione oosporidica al suolo;
  • Ampliamento temporaneo della gamma dei principi attivi utilizzabili secondo quanto previsto nell’ambito del disciplinare della produzione Integrata;
  • Riconoscimento e ristoro economico per il mancato reddito e dei relativi danni connessi;
  • Accesso preferenziale per la misura RRV dell’OCM vino per gli impianti gravemente danneggiati nella struttura vegetale.