L’amministrazione paventa un buco nelle casse di palazzo San Francesco di circa 2 milioni 400mila euro


ISERNIA. Dopo la bagarre dello scorso Consiglio comunale, è tornato in assise a Isernia il caso della ‘Pace Fiscale’ decisa dal Governo centrale, ma di fatto attuabile dai singoli Comuni con lo stralcio dei debiti fino a mille euro e con la rottamazione vera e propria delle cartelle.

L’Aula di palazzo San Francesco è stata chiamata a votare la proposta di deliberazione di non aderire a tale procedura, su cui – ha sottolineato in premessa il consigliere pentastellato Mino Bottiglieri – l’apposita commissione (la terza, ndr) aveva già espresso parere favorevole.

Il rischio in caso di adesione, secondo l’amministrazione, sarebbe stato quello di ritrovarsi a dover far fronte a un buco nelle casse comunai di 2 milioni 400mila euro.  

Nella circostanza, il sindaco Piero Castrataro ha evidenziato che “a tale norma, per come è scritta, avrebbe potuto aderire solo un Comune con un avanzo poderoso”. Certo non il Comune di Isernia che, invece, “è ancora in disavanzo e quei soldi non li ha”.

Ovviamente c’è pure un discorso politico, su cui sia il primo cittadino che il capogruppo dem Sergio Sardelli hanno fatto leva: “Non è giusto privarsi di soldi per rottamare le cartelle di coloro i quali non pagano le tasse, andando a scapito dei contribuenti onesti”.

Di diverso avviso Giovancarmine Mancini ed altri esponenti dell’opposizione che considerano il provvedimento del Governo una boccata d’ossigeno per alcuni cittadini, specie imprenditori. Per il vicepresidente del Consiglio comunale, oggi in collegamento da remoto, “al fronte delle perdite, si recupererebbero i capitali”, ecco perché ha votato ‘no’. Con lui altri 4 colleghi di minoranza.

Tuttavia, la proposta di non adesione alla rottamazione è passata con 19 voti favorevoli.