No alla chiusura del convento di San Nicandro: parte la mobilitazione per trovare soluzioni

Il sindaco Ricci ha chiesto un incontro con il padre provinciale dei Cappuccini anche con una rappresentanza di fedeli. GUARDA LA VIDEO INTERVISTA


VENAFRO. Un legame profondo lungo secoli che ora rischia di spezzarsi provocando una ferita enorme nella comunità venafrana. Per questo è partita una vera e propria mobilitazione per cercare di soluzioni all’annunciato accorpamento del convento di San Nicandro di Venafro con quello di Isernia, disposto – stando a quanto si apprende – dal primo settembre da frate Francesco Di Leo, ministro dell’Ordine provinciale di Foggia dei frati minori cappuccini di Foggia.

Accorpamento che di fatto comporterebbe la chiusura del convento di Venafro, dove con ogni probabilità verrebbe garantita soltanto la celebrazioni di alcuni riti religiosi.

“Una diversa organizzazione – ha spiegato il sindaco di Venafro Alfredo Ricci – di cui si parlava già da qualche tempo. E già nelle ultime settimane ho provato ad avere un dialogo con le istituzioni ecclesiastiche e in particolare con chi ha, in questa vicenda, il potere di decidere: il padre provinciale dei Cappuccini. Ho cercato di capire, ma anche di spiegare l’attaccamento dei venafrani nei confronti del convento e della famiglia Cappuccina, a Venafro ormai da secoli. Ieri abbiamo appreso la notizia tutti nello stesso modo e ora stiamo cercando di capire se ci sono soluzioni alternative rispetto a questa, che è una diversa organizzazione che potrebbe garantire l’apertura del convento, ma non ci sarebbe più la Fraternità. Il tema vero è che la presenza continuativa di una fraternità rappresenta per chi è fedele, qualcosa di differente e, su questo, anche il vescovo sta valutando soluzioni. Ho parlato ieri sera con il padre provinciale, di poter avere un incontro anche con una rappresentanza di cittadini e fedeli”.

Ma cosa è accaduto? “Quanto alle motivazione “non si tratta di problemi economici – ha spiegato Ricci – ma di carenza di frati nella Provincia cappuccina. Per questo motivo il Provinciale ha previsto che le fraternità di Venafro e di Larino vengano ‘accorpate’, rispettivamente, a Isernia e Termoli. Materialmente il Provinciale ha assicurato che la basilica e il convento non resteranno chiusi, perché un frate verrà appositamente dal convento di Isernia per tenerli aperti. Stessa cosa mi è stata confermata anche dal nuovo guardiano, Padre Antonio Losapio, con cui ho parlato stamattina per capire come intendano organizzarsi. Sostengono che di fatto il convento non si chiude e che neanche ci accorgeremo di questa che per loro è soltanto una differente modalità organizzativa, che, a detta loro, consisterà nel fatto che i frati non mangeranno e non dormiranno al convento. Personalmente, tuttavia, credo che i termini della decisione assunta dal Provinciale vadano meglio approfonditi e definiti. E lo stiamo facendo.
Nel frattempo, il vescovo, con cui pure sono in costante contatto da settimane, sta valutando anche altre soluzioni per le quali noi come Comune, a nome dell’intera cittadinanza, fin dall’inizio abbiamo dato massima disponibilità.

In queste ore di preoccupazione stiamo ricevendo tanti contributi di proposte, alcune da prendere in considerazione e approfondire, altre forse meno praticabili…Ma tutte rispettabili e ispirate dal forte legame dei Venafrani con il convento e dall’incredulità per un ridimensionamento che ha il sapore amaro della chiusura.

Ovviamente bisogna considerare che queste sono decisioni che appartengono all’ambito della Chiesa, per cui tutti noi, amministratori o cittadini, possiamo provare a partecipare, a dare idee e suggerimenti, a esercitare ogni forma di pressione che sia consentita, ma non siamo noi a decidere, tanto più quando viene posto un problema non di soldi, bensì di numero e organizzazione di frati. Ciò non toglie che dobbiamo mettercela tutta, restando uniti e determinati come comunità.

Sono convinto che insieme – conclude Ricci – possiamo ottenere risultati insperati. Per questo ci aggiorniamo a mano a mano che ci sono iniziative e possibilità da portare avanti”.

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